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Comitato Esecutivo CISL Lecce: il documento conclusivo


Comitato Esecutivo CISL Lecce: il documento conclusivo

CISL LECCE - Il Comitato Esecutivo della Cisl di Lecce, riunito in data 21 giugno 2010, esprime grande preoccupazione per gli effetti che la grave crisi economica e finanziaria sta producendo in termini di condizioni di vita, di ricadute occupazionali e di negazione di ogni prospettiva di sviluppo per i territori del Mezzogiorno.

Il colpevole ritardo con cui il nostro Paese, nei suoi massimi livelli di governo e rappresentanza, ha assunto consapevolezza della gravità e della durata della crisi ha prodotto inerzia e lentezza nelle strategie di contrasto.

Ancora oggi, risulta incerta la determinazione ad assumere un’agenda dell’azione di governo che dia priorità a forti azioni di riforma e di rilancio su materie che la Cisl ha da tempo indicato come prioritarie nella crisi e per il superamento della stessa, e non come promemoria per tempi migliori : la riforma del sistema fiscale, il piano per il sud, il piano triennale per l’occupazione, la riforma organica degli ammortizzatori sociali.

Solo una forte iniziativa in questa direzione, unitamente alla ridefinizione di regole che contrastino l’azione della speculazione finanziaria interna ed internazionale, può ridare ai lavoratori, ai pensionati ed alle famiglie un recupero nelle condizioni di reddito e di lavoro, oggi spesso compromesse ed al Paese una prospettiva di crescita, che passa soprattutto dalla mobilitazione del capitale umano inutilizzato nel mezzogiorno.

La Cisl di Lecce ritiene la manovra economico adottata dal governo un atto dovuto e necessario, utile a determinare una precondizione di stabilità finanziaria senza la quale il Paese sarebbe esposto a rischi inenarrabili e ogni politica di rilancio della crescita e di redistribuzione dei redditi sarebbe velleitaria.

E’ necessario che nei livelli istituzionali, nella politica e nell’azione delle parti sociali prevalga il senso di responsabilità verso l’intero Paese e verso le fasce sociali più deboli che solo da una sana azione politica possono essere tutelate.

In tal senso è auspicabile che si sviluppi una concertazione istituzionale e non un conflitto fra Governo, Regioni e Comuni per raggiungere una ottimale distribuzione del peso della manovra e garantirne una sostenibilità che ad ogni livello intacchi gli sprechi e non i servizi diretti ai più bisognosi.

Nello stesso tempo è necessaria una forte azione di mobilitazione, attenta a non confondere il rapporto causa-effetto fra crisi e manovra e diretta a modificarne specifici contenuti in sede di approvazione parlamentare, più che a contestarne genericamente la necessità politica.

Pur apprezzando elementi presenti in manovra che vanno nella direzione giusta in relazione alla lotta all’evasione fiscale, alla detassazione del salario di produttività e ad un primo intervento sulla fiscalità di vantaggio per il sud, occorre rivendicare una modifica della stessa, nel segno della equità, in relazione particolare alle previsioni in materia di scuola pubblica, con lo sblocco delle progressioni di anzianità e l’assunzione di 20.000 unità su posti in organicoscoperti;
in materia di pubblico impiego, per respingere il blocco del contratto nazionale e della contrattazione decentrata ed integrativa e per riaprire spazi qualificati di contrattazione anche in relazione ad obiettivi di lotta agli sprechi e di miglioramento dei servizi;
in materia di prestazioni sociali recuperando i benefici da cui verrebbero escluse persone con invalidità rilevanti dall’elevazione dal 74 all’85% della percentuale minima di invalidità ed evitando che i tagli a Regioni e Comuni si traducano automaticamente in riduzione alle prestazioni sociali;
in materia di mezzogiorno, individuando misure e strategie compensative di una manovra che comunque comprime le possibilità di spesa per il sud e le aree sottoutilizzate, evitando tentativi di recuperare risorse per il Nord attraverso l’ipotesi leghista di premiare le “regioni virtuose”.

Su questi temi la Cisl di Lecce impegna tutte la propria azione e le proprie strutture in direzione di una mobilitazione consapevole e responsabile verso la deputazione del nostro territorio affinchè in sede di conversione del Decreto Legge n°78/2010 siano apportate modifiche positive al provvedimento.

Nello stesso tempo la Cisl di Lecce promuoverà azioni di confronto con gli Enti Locali al fine di evitare che venga ridimensionato il già esile livello di prestazioni sociali verso i soggetti più deboli, a partire da anziani, famiglie e non autosufficienti.

La Cisl di Lecce inoltre sosterrà con forza le iniziative che saranno assunte dalla confederazione e dalle categorie interessate al livello nazionale e regionale.

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