Casa circondariale Lecce: visita di una delegazione Fns-Cisl
FNS - In data odierna una delegazione della CISL FNS, composta dal segretario nazionale Raimondo Inganni, dal segretario regionale Lumieri Crescenzo e dal segretario territoriale Antonio Pellegrino, ha effettuato una visita all’istituto penitenziario di Lecce toccando vari posti di servizio ove opera il personale di polizia penitenziaria .
Quello che al primo impatto si riscontra un sovraffollamento fuori dalla norma, anche se questo fenomeno è un male comune in tutti gli istituti d’italia, l’istituto leccese supera ogni altra realtà.
Il carcere dovrebbe contenere circa 550 detenuti e tollerare la presenza di 1100, oggi detiene circa 1450 reclusi.
Ciò significa che il poliziotto penitenziario è costretto a sorvegliare una utenza triplica rispetto all’ordinario, utenza ristretta in uno spazio ridotto, che fa scaturire per forza di cose una carenza di igiene e salubrità degli ambienti in cui l’operatore è costretto a svolgere il proprio mandato istituzionale.
Un istituto penitenziario collaudato per circa 550 detenuti e ne contiene circa 1500, opera fuori ogni norma di sicurezza come una macchina collaudata per trasportare cinque persone ne trasporta quindici, con un elevato rischio per il conducente, per la circolazione stradale e i restanti che gli sono vicini; dobbiamo aspettare che qualcosa di forte ed eclatante succeda ,per intervenire e ricercare le responsabilità che sicuramente verranno addebitate all’onesto lavoratore che opera CON GRANDE SENSO DI ABNEGAZIONE nei reparti detentivi??
Per il sovraffollamento, al personale di Polizia Penitenziaria, in più occasioni, non viene garantito il più elementare diritto minimo del lavoratore quale il godimento del congedo ordinario o del riposo settimanale .
Durante la visita si apprende che in alcuni reparti, lungo i corridoi, ci sono forti infiltrazioni d’acqua piovana che si infilano nei condotti elettrici , per non parlare delle docce detenuti che a nostro avviso sono fuori da ogni norma di sicurezza per l’umidità che intacca le lampade sul poste sul soffitto; dobbiamo aspettare che qualche POLIZIOTTO o qualcuno si faccia male??
Nei posti di lavoro, in cui opera il lavoratore, vengono effettuate le pulizie minime in quanto gli addetti alle pulizie, ( utenza detenuta), viene impiegata per un tempo irrisorio confronti ai grandi spazi in gestione, il tutto perché non ci sono fondi disponibili .
Un solo agente penitenziario sorveglia più di 70 detenuti ,ai quali assicura tutte le attività trattamentali, quando dovrebbe operare con un numero molto inferiore .
Il rischio di malattie infettive è alto perché, quando un arrestato viene aggregato presso l’istituto penitenziario, a nostro avviso, pochi sono gli accertamenti che vengono svolti; noi riteniamo che si dovrebbero aggiungere obbligatoriamente a quelli già esistenti, come screening di rutine, i test per rilevare la presenza di TBC a tutela della salute dei lavoratori, delle loro famiglie e della comunità esterna in cui svolgono la vita quotidiana.
Chiediamo l’intervento di tutte le autorità: Governo, Prefetto, Amministrazione Penitenziaria, Autorità Giudiziaria, Presidente della Regione, Sindaco e Presidente della Provincia (anche se quest’ultima Autorità nella riunione del 12\10\10 tenutasi presso il Palazzo Adorno di lecce non ci ha reso partecipi benché rappresentativi), perché la realtà dell’istituto penitenziario leccese non è sola degli operatori penitenziari di tutti i livelli, ma è di tutta la comunità della provincia di Lecce.