Marini, Femca Taranto: Miroglio; no agli insediamenti a termine
FEMCA - “Quella della Miroglio è un vertenza diversa dalle altre” affermano i segretari provinciali della Femca Cisl, Tiziana Marini, della Filctem Cgil, Giuseppe Massafra e della Uilta Uil, Nicola Calabrese “Non è un caso che la vertenza Miroglio stia assurgendo a simbolo di una imprenditoria rampante, che ha utilizzato questa nostra provincia per il suo insediamento industriale “a termine” e che sta lasciando dietro di sé solo macerie e disperazione.
Duecentoventitré lavoratori ad agosto prossimo rischiano di perdere il posto di lavoro a causa di una crisi dai contorni veramente inspiegabili, se non legati a una opportunistica scelta industriale del gruppo che ha modificato il suo core business privilegiando la commercializzazione a scapito della produzione .
E’ di ormai 2 anni fa la brusca notizia del “si chiude e tutti a casa”, che ha gettato nello sconforto centinaia di famiglie e sconvolto una intera comunità. Il primo passo dei sindacati” continuano i segretari” è stato quello di garantire una copertura economica alle famiglie coinvolte attraverso l’utilizzo degli ammortizzatori sociali.
Al dramma del futuro si è unita ora l’incertezza del presente.
La cassa integrazione già approvata è ferma al Ministero dell’Economia per una firma, che se non dovesse essere apposta immediatamente lascerebbe 223 famiglie del nostro territorio senza un reddito.
Pertanto oggi, più che mai, è necessario che la Miroglio in primis e le parti istituzionali competenti, Regione e Ministero, si adoperino per sbloccare l’empasse meramente burocratico che si è generato; e, cosa non secondaria, garantiscano dopo Agosto - termine della cassa in deroga - la prosecuzione degli ammortizzatori” .
Tale necessità è data dalla difficoltà di giungere ad un punto di intesa sulla fattibilità dell’unico progetto di reindustrializzazione del sito oggi in campo , quello della società svizzero-tedesca del fotovoltaico, che incontra un ostacolo nella ineludibile tempistica delle autorizzazioni regionali, prevista dalla legge.
È di lunedì scorso l’incontro in regione richiesto dalle OO.SS., alla presenza delle parti sociali e di tutti i soggetti istituzionali e imprenditoriali coinvolti, in cui la Regione stessa ha ribadito la propria disponibilità ad esaminare il progetto nella piena osservanza della legislazione nazionale e regionale in materia di autorizzazioni.
Posizione pienamente condivisa dalle sigle sindacali che ribadiscono, però, la opportunità di una verifica tempestiva da parte dei soggetti istituzionali. Ciò al fine di sfatare l’eventualità che anche questo progetto di reindustrializzazione, dopo quello del gruppo Intini, si risolva in un buco nell’acqua.
È fondamentale che tutti i soggetti coinvolti si adoperino con uno sforzo straordinario per il buon esito della vertenza, che esso voglia dire BE 4 Energy o una solida e prospettica soluzione alternativa.
Un obiettivo, questo, che deve essere primario per il Gruppo Miroglio che, è bene ribadire, è principale artefice e auspicato risolutore della vertenza in atto.
Tale obiettivo, concludono le OO.SS., deve essere condiviso dai Comuni interessati, dalla Provincia, dalla Regione e dal Ministero dello Sviluppo Economico affinché oggi più di ieri si tenga alta la guardia in modo che il dramma occupazionale dei lavoratori Miroglio si risolva, entro tempi brevi, in un’occasione di rilancio produttivo del territorio ionico.