Manovra economica; Bruno, Fnp Taranto: rigore a senso unico
FNP - “Rigore a senso unico: ecco, in sintesi, il nostro giudizio sulla manovra economica del Governo nazionale, ancora una volta concepita e strutturata contro i lavoratori dipendenti e i pensionati.
A fronte di una decretazione, infatti, che quest’anno inciderà per appena alcuni miliardi, se viene imposto a lavoratori e pensionati di pagare ticket ed ulteriori gabelle, mentre ai pensionati che da 20 anni aspettano una rivalutazione seria delle pensioni si taglia persino quella misera rivalutazione annuale da prefisso telefonico, cos’altro ci “regalerà” questo Governo, quando nei prossimi anni la manovra prevedrà di rientrare dal debito per diecine di miliardi?
Quali altri sacrifici dovranno fare i pensionati soprattutto?
Ed allora ci chiediamo: quando questo Governo e questa politica agiranno con onestà morale, con senso di responsabilità, giustizia e smetteranno di spremere coloro che pagano le tasse fino all’ultimo centesimo ed hanno oggi reali problemi di condizioni di vita?
Un ministro della Repubblica, di recente, ha lamentato il fatto che un parlamentare a 12 mila euro al mese ne porta a casa (appena?) 4 mila.
Beato lui, verrebbe da rispondergli, perché con quello stipendio mensile si vive agiatamente. Viceversa, è con 500, con 1000 ma, oggi, anche con 1500 euro che non si vive dignitosamente, non si arriva a fine mese o ci si arriva con immense difficoltà.
E’ quindi da altre parti che bisogna prendere i soldi per ripianare il debito pubblico, per esempio recuperando l’evasione fiscale.
Anche solo la metà di quanto oggi si evade, sarebbe già molto di più di 47 miliardi e sarebbero disponibili, addirittura, risorse per rilanciare la crescita economica e migliorare il welfare.
Occorrerebbe, inoltre, tagliare sulle spese che come Paese non ci possiamo più permettere (le Province, la frammentazione dei piccoli comuni, il numero dei parlamentari, dei ministri e sottosegretari e relativi compensi scandalosi, il numero dei componenti i governi e le amministrazioni regionali, locali, ecc., e si potrebbe continuare).
Occorrerebbe, infine, riformare seriamente il sistema fiscale italiano, avendo il coraggio di far pagare di più a chi più possiede e più guadagna, secondo quanto sancito dalla Costituzione repubblicana.
E’ questa la strada! E’ questa la manovra di rientro dal debito pubblico che occorrerebbe fare. E sono le cose, queste, che da tempo il Sindacato e la Cisl in particolare suggerisce e rivendica.”