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Consiglio generale Cisl di Taranto: il documento conclusivo


Consiglio generale Cisl di Taranto: il documento conclusivo

CISL TARANTO - Il Consiglio Generale della UST CISL Taranto, riunito il 15 dicembre 2011 presso l’Appia Palace Hotel a Massafra, udita la relazione introduttiva del Segretario Territoriale Filippo Turi sul tema “Politiche sociali e sanitarie sostenibili, per la qualità della vita e lo sviluppo del territorio” ne approva i contenuti, unitamente a quelli del dibattito, degli interventi di Daniela Fumarola, Segretario Generale, di Franco Surano, Segretario regionale della CISL di Puglia e delle conclusioni di Pietro Cerrito, Segretario confederale della CISL.
Il Consiglio Generale nel respingere il tentativo del Governo Monti di commissariare il sindacalismo confederale, dopo quello coatto della politica, sostiene la necessità che siano migliorati i contenuti della Manovra Finanziaria attualmente in discussione, affinché essa non gravi unicamente sui lavoratori dipendenti e sui pensionati, mentre aderisce alle iniziative di mobilitazione unitaria e di protesta, sia territoriale che nazionale, già avviate lo scorso 12 novembre anche a Taranto. La stessa Manovra è palesemente priva di rigore condiviso e di politiche di welfare ispirate ad un universalismo seppure selettivo, perciò se non sarà migliorata non determinerà la crescita del Paese ma aumenterà la disoccupazione specialmente nel Mezzogiorno e non consentirà di raggiungere l´obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013.
Il Consiglio Generale considera l’attivazione di politiche di welfare, che siano efficaci e funzionali alla fruizione di diritti costituzionalmente sanciti, non certo voci di spesa bensì vero e proprio strumento di inclusione e di sostegno universalistico per tutti i cittadini. L’obiettivo è fornire risposte adeguate sia ai bisogni rilevati che ad una migliore qualità della vita, specie delle fasce di popolazione più deboli socialmente. Per tali ragioni va rifiutata l’idea che dette politiche possano essere sradicate o fortemente debilitate, così come sta accadendo, a cominciare dalla negazione del dialogo sociale e dall’adozione di logiche ragionieristiche che ne stanno attenuando qualità e quantità di fruizione. Emblematico di ciò è quanto sta avvenendo in Puglia con il Piano di rientro finanziario ed il conseguente Piano di riordino ospedaliero, nonché con la gestione dei Piani sociali di Zona.
Il Consiglio Generale ritiene condivisibile l’introduzione e soprattutto il perseguimento del principio di appropriatezza. Tale principio si esemplifica nella realizzazione di un welfare locale che sia frutto di ricerca politicamente concertata del punto di equilibrio tra bisogni che emergono e risposte fornite dal sistema sanitario e socio-sanitario pubblico e privato, mediante l’impegno oculato delle risorse.
L’appropriatezza degli interventi, che altrove in Italia è prassi consolidata, dovrà comportare la determinazione di finanziamenti né maggiori né minori rispetto a quelli effettivamente occorrenti, per corrispondere ad un bisogno rilevato o risolvere un problema, in rapporto virtuoso con il sistema di strutture e servizi che vanno resi continuamente flessibili, senza che ne sia più perpetuata la rigida difesa.
Il principio di appropriatezza dovrà altresì adattarsi ai bisogni socio-sanitari rilevati, ad obiettivi programmatici condivisi e dovrà guidare l’organizzazione e la gestione dei servizi, determinando l’utilizzo possibile delle strutture, a partire da quelle per gli anziani (RSA, ADI, ecc.).
Va, quindi, perseguito un doppio livello di integrazione, tra servizi sociali e tra pubblico e privato. Tanto nell’offerta sanitaria che socio-sanitaria, il rapporto tra il sistema pubblico e quello privato deve caratterizzarsi in termini di integrazione, non di sterile competizione, premesso che il sistema pubblico rimane titolare e responsabile delle competenze sanitarie e sociali, definisce la programmazione territoriale, la politica concertativa, attiva il controllo sociale, mentre il sistema privato diviene parte integrante della rete complessiva dei servizi e concorre al raggiungimento degli obiettivi di salute, prefissati nella programmazione.
Nel territorio, il perseguimento di tali obiettivi deve prevedere, sul terreno sociale e socio-sanitario, una piena integrazione tra l’attività contrattuale e quella negoziale, a partire dalla FP, dalla FNP, con il coordinamento della UST, per dare giusta centralità alle politiche di welfare, contrastando i rischi di smembramento e/o ridimensionamento dell’assistenza.
Il Consiglio Generale dà mandato alla Segreteria della UST di assumere come strategia vertenziale questa nuova visione, anche programmando per il Gruppo Dirigente una tornata seminariale di approfondimento con esperti, da mettere a calendario a gennaio prossimo.

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