La Cisl in piazza a Roma per la scuola del futuro. Dalla Puglia una banda musicale e una colorata partecipazione
CISL PUGLIA - "La scuola merita di più" lo slogan all´insegna del quale si è volta la manifestazione nazionale della Cisl, oggi a Roma, per protestare contro la insostenibile situazione della scuola italiana a seguito dei tagli indiscriminati del personale docente e non docente. Migliaia i lavoratori della scuola provenienti da tutta Italia e vestiti con i colori verde bianco e rosso della Cisl, che si sono riuniti in piazza Bocca della Verità per chiedere al governo di aprire un tavolo di discussione sulla scuola. Una manifestazione allegra e colorata quella di oggi indetta per cambiare la manovra del Governo rivedendo tagli e tempi di attuazione, avere risorse giuste per il rinnovo contrattuale del personale, stabilizzare il lavoro precario e per sottolineare tutto il disagio della categoria e del personale non docente di fronte ad una politica della scuola inadeguata per il futuro del paese.
"Vogliamo serietà e responsabilità, e lo dice questa piazza dai colori dell´Italia, e lo dice un popolo cislino che sa quali sono le proprie responsabilità, i propri doveri" ha sottolineato Raffaele Bonanni, nel suo intervento dal palco allestito in piazza Bocca della verità. "Vogliamo più attenzione, più rispetto" - ha aggiunto ricordando che "l´Italia progredisce se le cose più essenziali come la scuola, la sanità, come tutto ciò che ci rende uguali agli altri diventano strumenti davvero fruibili. L´istruzione è importante per tutti i popoli che vogliono progredire, lo è da sempre, ma in questa epoca di passaggio lo è ancor più.. Abbiamo una classe dirigente disattenta, una classe dirigente di paglia che non è in grado di cogliere le questioni essenziali. Il ruolo del nostro Paese, il suo rilancio, non possono prescindere da istruzione, formazione, energia, infrastrutture. Su questi temi non c´è attenzione. Sulla scuola si preferisce giocare ai grembiulini, ci vogliono far tornare all´epoca pregiolittiana quando gli impiegati pubblici non potevano iscriversi a nessun sindacato, una concezione antiquata, populista e pericolosa. La scuola di popolo è fatta di insegnanti liberi, e noi non siamo d´accordo su una riorganizzazione della scuola quando i segnali sono quelli di cui stiamo parlando - ha sottolineato Bonanni chiedendosi dove sia andato a finire "il proposito di fare del nostro continente il continente più potente che tragga spunto e forza dalla ricerca, dall´innovazione? Basta con quelle facilonerie che portano al populismo".
"Chiediamo al governo - ha detto il Segretario generale della Cisl -di aprire un tavolo di discussione sulla scuola per addolcire un piano troppo ruvido, ruvido come coloro che mettono nelle mani di ragionieri dello stato un servizio così delicato. Quello che la Cisl vuole fare - ha aggiunto - e´ rimediare ai buchi provocati dai tagli troppo forti. Mancano insegnanti e bidelli, e non ci sono i servizi essenziali, e questo al Nord come al Sud e al Centro, non c´è più l´ordinarietà ma solo una straordinarietà che mette in ginocchio la scuola . La scuola non regge questi tagli - ribadisce - questo è il problema che vogliamo sottoporre alla considerazione della pubblica opinione. Le nostre proposte - ha tenuto a ricordare Bonanni - non sono demagogiche e non servono per fare confusione politica. Ci sono centinaia di migliaia di precari nel settore, siamo in piena crisi e alcuni chiedono la stabilizzazione totale. Siamo preoccupati del problema relativo alla scuola ma non ci prestiamo a fare richieste di circostanza e populiste. Se il ministro Gelmini ha a cuore i problemi della scuola deve aprire una discussione con noi per dare prospettive ai precari, ma per dare anche una prospettiva alla scuola in sé. Vogliamo riaprire un confronto col Governo e insieme anche con Regioni e Comuni perché i problemi della scuola meritano un patto di responsabilità. In questo momento di difficoltà economica investire nella scuola significa dare forza ad un´economia che langue. Non si costruisce l´Italia della conoscenza , della buona istruzione con insegnanti mortificati, non si va avanti con persone che lavorano nella scuola e nel pubblico impiego mortificate ogni giorno, come non esiste nella storia alcuna riforma fatta con il bastone, con l´insulto e con la polvere negli occhi. Noi saremo una goccia persistente. Noi che da taluni veniamo accusati di non lottare abbastanza. Noi che non siamo per rivendicare tutto e non ottenere niente, ricordiamo che chi ha in testa di riformare un servizio non promette solo bastonate, propone una visione riformata, chiede una collaborazione, ripaga sforzi e professionalità".
"No ad una politica scolastica costretta nella camicia di forza di una manovra finanziaria che taglia risorse per più di 8 miliardi" ha sottolineato dal palco Francesco Scrima, segretario generale della Cisl scuola, aprendo il suo intervento alla manifestazione. Di fronte a migliaia di partecipanti provenienti da tutta Italia, Scrima ha denunciato i pesanti disagi che segnano l`avvio dell`anno scolastico. La scuola merita molto di più di questi pesanti tagli - ha detto definendo "inimmaginabile" che la scuola possa sopportare anche gli ulteriori tagli in programma per l`anno prossimo. Quest´anno -ha evidenziato- abbiamo 37 mila alunni e 42 mila docenti in meno, questo significa 4.000 classi in meno e quindi classi più affollate. Abbiamo anche 15 mila unità di personale Ata in meno e ciò rende difficile persino l´ordinaria amministrazione. In qualche caso, -denuncia- si rischia di non avere chi apre e chi chiude la scuola. In queste condizioni e´ impossibile che si possa appesantire ancora di più la situazione con i nuovi tagli previsti per il prossimo anno (25 mila docenti e 15 mila non docenti). Questi numeri -ribadisce Scrima- debbono assolutamente essere ridotti. Ci sono i margini per farlo, serve la volontà politica di farlo, se si vuole che la scuola funzioni e funzioni bene".
(fonte www.conquistedellavoro.it)