Ilva: Bentivogli, preoccupati per il futuro del siderurgico ma fiducia nei giudici
FIM - Bisogna avere chiara la portata sociale e industriale dell’eventuale chiusura, anche parziale, dell’area a caldo dell’Ilva di Taranto: sarebbe una bomba sociale inedita per il nostro Paese, in uno dei territori del sud Italia, tra i più martoriati da questi anni di crisi e a cui si sommano carenze e inefficienze strutturali ben note al Governo e alle istituzioni locali.
“Nell’immediato più di cinquemila operai, perderebbero il posto di lavoro senza possibilità di ricollocazione, così - Marco BENTIVOGLI, segretario nazionale della Fim - risponde ai rischi connessi ad un eventuale pronunciamento della magistratura, a seguito dell’indagine a carico dell´impresa per i reati di inquinamento ambientale.
Ci auguriamo che il Ministro Clini, a cui è stato affidato il compito di coordinare l’attività del Governo, dopo che, quest’ultimo ha assunto l’ILVA di Taranto come questione nazionale costruisca un percorso costruttivo insieme agli altri dicasteri, alle organizzazioni sindacali e alle istituzioni, per la ricerca di una soluzione positiva che eviti il peggio.
Dal marzo 2009 – continua BENTIVOGLI - abbiamo avviato accordi per risolvere le questioni ambientali con il contributo positivo di tutte le parti. Bisogna ripartire da lì!
L’ILVA deve proseguire gli investimenti sui temi di ambiente e sicurezza come fatto negli ultimi anni, ma questo deve avvenire in un clima più stabile e meno forcaiolo.
La FIM CISL conferma tutta la fiducia nell’operato della magistratura e della sua capacità di procedere senza alcun tipo di condizionamento, comprendendo bene la portata che presenta per intero questa vicenda per il territorio e per i lavoratori”.