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Consiglio generale Cisl di Puglia: Colecchia, ridefinire il modello di sviluppo pugliese


Consiglio generale Cisl di Puglia: Colecchia, ridefinire il modello di sviluppo pugliese

CISL PUGLIA - “E’ necessario ridefinire il modello di sviluppo pugliese che vada nella direzione di una migliore efficienza e sostenibilità”.
Lo ha detto il Segretario generale della Cisl di Puglia, Giulio Colecchia, nel corso del Consiglio generale regionale che ha visto la partecipazione dei dirigenti del sindacato alla presenza del leader nazionale Raffaele Bonanni.
“La debolezza del nostro sistema produttivo – ha aggiunto – sta proprio nel fatto che non è ancora un sistema; pur essendo composto di 342.636 aziende non si sono creati modelli di relazione, di sinergie e di cooperazione a maggior ragione se si registra il 99,68% di esse quali piccole e piccolissime imprese. Per questo – ha sottolineato Colecchia – alle imprese insistiamo ad indicare con determinazione la ‘strada della cooperazione’ attraverso la realizzazione dei 15 distretti produttivi. Su essi dovrà concentrarsi la ‘costruenda’ politica industriale della regione Puglia, oggi ancora caratterizzata da finanziamenti alle singole imprese senza processi di verifica degli obiettivi, sulla formazione ‘per’ le imprese anziché ‘nelle’ imprese, da servizi alla produzione ed alla commercializzazione frammentari, inadeguati ed incapaci di sostenere la competitività. I distretti non sono la panacea, ma rappresentano modelli e strumenti con i quali tutti devono e dobbiamo imparare ad interagire”.
L’intervento del leader della Cisl pugliese si è indirizzato anche verso le politiche regionali sul lavoro: “nella nostra regione, come in tutto il Mezzogiorno – ha osservato – la crisi sta lasciando segni più marcati e più difficilmente recuperabili. Ne è un indicatore evidente il calo del 4,8% del PIL regionale nel primo semestre di quest’anno, rilevato dalla Banca d’Italia. Nello stesso periodo si è registrato in Puglia un calo dell’occupazione del 4,4% (Italia -1,2%; Mezzogiorno -3%). Le ore di Cassa Integrazione sono cresciute, nei primi 10 mesi del 2009 del 295% rispetto allo stesso periodo del 2008. Fondamentale è stato, in particolare, il contributo al contenimento di una pericolosa fase di “disperazione sociale” dato dagli ammortizzatori in deroga nell’utilizzo dei quali la Regione deve mettere in campo formule sempre più innovative di welfare to work che prevedano le situazioni di maggior bisogno e meno protette - dai giovani, alle donne - e verso i cosiddetti “incollocabili”, gli over 50, espulsi dalle aziende”.
Sul fronte delle politiche sociali regionali Colecchia ha sottolineato la necessità di intervenire con “finanziamenti strutturali che agiscano in modo chiaro nelle modalità e nella definizione dei soggetti ai quali sono indirizzati: la vicenda del fondo per la non autosufficienza è la prova di quei provvedimenti sempre in cerca di finanziamenti e di regole sicure, definitive”.
Colecchia ha, infine, richiamato l’attenzione sulle politiche per la famiglia, spesso dimenticata nelle politiche delle varie istituzioni ai vari livelli. “Per questo – ha osservato – siamo in prima linea per un fisco più attento alle famiglie e alle loro necessità per mantenere il potere d’acquisto di pensioni e salari”.

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