Oltre la crisi per il lavoro: si apre il Congresso della Fiba
Da Carovigno, al via le firme per una legge sul tetto agli stipendi
FIBA -
Non una riflessione sul “lascito identitario, punto di approdo, oggi, della nostra sintesi strategica ed organizzativa che, doverosamente, continuerete ad approfondire, arricchire, innovare…” Giuseppe Gallo, segretario generale della Fiba Cisl, all’VII congresso che si è aperto oggi a Carovigno (Brindisi), lascia il timone a Giulio Romani, in nome del ricambio generazionale. Nella sua relazione ha ripercorso i passaggi cruciali in cui la Fiba ha dimostrato le sue doti di lungimiranza strategica, innestando con forza, nel crogiolo della crisi, brecce di un modello di banca alternativa, brecce di un futuro possibile. “Il rinnovamento della segreteria nazionale è iniziato per tempo ed ha operato in profondità”. In fondo la Fiba ha applicato al suo interno la stessa logica impiegata sul palcoscenico delle relazioni industriali. E Gallo ricorda “il patto generazionale”, intuizione che ha permesso di confezionare il nuovo contratto nazionale e poi di sottoscrivere e governare i 10 accordi scaturiti dai piani industriali dei principali gruppi italiani. La riflessione strategica e programmatica per il quadriennio che ci aspetta è passata a Giulio Romani: “Noi crediamo nella rappresentanza. In un momento in cui la democrazia rappresentativa è messa a rischio da vecchi e nuovi populismi spetta il sindacato ha il dovere di rinnovare la sua capacità di ascolto. In questa chiave va letta la grande attualità della proposta della Cisl in tema di partecipazione dei lavoratori all'impresa”. Romani si è anche soffermato sui temi al centro di questo congresso: "ai lavoratori del nostro settore dobbiamo dare non solo risposte di tutela che, fino ad oggi abbiamo fornito, ma anche quelle di equità e di giustizia. I compensi dei top manager non sono più conciliabili con la possibilità che si continui ad operare sui tagli del personale; è inaccettabile che amministratori e manager oggi inquisiti continuino a godersi i milioni di euro che sono stati loro erogati al momento della fuga dalle aziende che avranno rovinosamente gestito. Di tutto ciò la Fiba intende chiedere conto: con questo congresso avvieremo la raccolta di firme per la presentazione di un disegno di legge popolare, da far approvare a Parlamento nazionale; abbiamo inoltre deciso di avviare ogni possibile azione legale contro quegli amministratori che tempo per tempo si renderanno responsabili dei dissesti delle imprese loro affidate, a partire dalla vecchia dirigenza del Monte dei Paschi di Siena". Il tema dei tetti agli stipendi del top management è stato poi al centro del dialogo tra il segretario nazionale della Fiba Cisl Giulio Romani e il direttore generale Abi Giovanni Sabatini, moderato dal caporedattore economia di Rai 1 Stefano Sassi: “Oltre la crisi per il lavoro. Equità e redistribuzione del reddito”. I compensi del top management sono troppo elevati in valore assoluto: i presidenti guadagnano 26 volte la retribuzione di una figura media; i direttori ed amministratori delegati ben 46 volte; la variabilità della remunerazione non pare correlata all’andamento delle aziende e in caso di cessazione dall’incarico si notano importanti somme erogate; i bonus sono troppo elevati ed eccessivamente variabili; le remunerazioni del 2012 hanno avuto delle riduzioni negli importi variabili, ma sono state comunque pagate nonostante i risultati economici modesti o addirittura negativi. I dati, riportati nell’indagine realizzata dalla Fiba Cisl, fungono da base alla proposta di legge di iniziativa popolare lanciata oggi dalla Fiba Cisl sul tetto massimo alle retribuzioni e bonus del top management che la Fiba vorrebbe riportare, tramite legge, ad un rapporto di 1:20 tra figura media contrattuale e retribuzione massima.