Banca Popolare di Puglia e Basilicata: i sindacati contro il Piano aziendale
Fiba Cisl: 180 esuberi e un processo di ristrutturazione inutile
FIBA -
“Fabi, Fiba–Cisl e Fisac–Cgil respingono nella forma e nel merito un Piano inconsistente, assolutamente incoerente con le esigenze dell’istituto di credito, pilastro fondamentale dell’economia meridionale e pugliese in particolare”. Così Paolo Baldassarra, Pasquale Berloco e Mario Gentile (rispettivamente di Fabi, Fiba Cisl e Fisac Cgil), rispondono alla lettera ricevuta nei giorni scorsi dalla Banca Popolare di Puglia e Basilicata in cui si comunicava l’avvio di un processo di ristrutturazione con interventi sul costo del personale, anche mediante riduzione degli organici considerati in esubero (si parla di 180 unità). In particolare le organizzazioni sindacali contestano l’esistenza “di esuberi” visto che “la banca non riviene da processi di aggregazione né chiude alcuno sportello; in realtà, la BPPB, dopo aver chiuso il bilancio 2012 con una perdita conseguente al deterioramento dei crediti, comune all’intero sistema bancario nazionale perché frutto della lunga crisi economica che ha colpito l’Italia, necessiterebbe esclusivamente di un aumento di capitale”. Al contrario secondo Fabi, Fiba Cisl e Fisac Cgil, il Cda della Banca ha “trascurato questa necessità dando priorità ad un processo di spoil system nei confronti della vecchia classe dirigente, mortificando le professionalità interne in favore di iper-pagate figure esterne ed assoldando un nutrito stuolo di consulenti; ora pretende di ribaltare sulle spalle dei lavoratori i costi esorbitanti di questa scellerata politica”. Fabi, Fiba/Cisl e Fisac/Cgil denunciano, oltre all’inadeguatezza nel rilanciare una banca solida, un non corretto rapporto con soci e dipendenti. Infatti, una volta superato lo scoglio dell’approvazione del bilancio 2012, il Presidente ha riposto i vessilli dell’autonomia e dell’intangibilità dei livelli occupazionali ed ha tirato fuori un inaccettabile piano di tagli di personale senza darne alcuna comunicazione agli stessi soci e voltando la faccia verso le OO.SS., prima blandite con false rassicurazioni. I sindacati, infine, rigettano questa impostazione e “reclamano la necessità di un generale ricambio del Cda, e più in generale del vertice aziendale, che non si è dimostrato una guida credibile e competente in favore di un nuovo gruppo dirigente in grado di mantenere e rinsaldare il legame della Banca con il proprio territorio, i propri soci ed i propri dipendenti”.