Arsenale: Cgil Cisl Uil, a Taranto inaccettabile decisioni della Difesa
CISL PUGLIA -
Cgil, Cisl, Uil insieme con le rispettive Federazioni del Pubblico Impiego, Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa e dei lavoratori Metalmeccanici, Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil hanno scritto al Ministro della Difesa, al Presidente della Regione Puglia, al Commissario della Provincia, al Sindaco di Taranto ed ai Parlamentari ionici, denunciando l’inaccettabile decisione dei Vertici militari dello Stato di marginalizzare la Città e le OO.SS. dal processo in atto di trasformazione del Settore Difesa nel territorio ionico. Non è possibile, contestano i Sindacati, che obiettivi della legge di revisione dello strumento militare, tra i quali la significativa riduzione dei costi della Difesa derivanti anche dal settore della gestione delle infrastrutture e la profonda revisione dell'articolazione delle Forze Armate che dovrebbe essere ispirata a criteri di distribuzione bilanciata su tutto il territorio nazionale, possano essere decisi prescindendo dall’apporto positivo e costruttivo delle OO.SS. D’altra parte, proprio nel settore delle infrastrutture, con particolare riferimento agli Arsenali della MM., si stanno prefigurando ritardi paurosi, aggravi di costi, perdite delle risorse allocate e pericolo di paralisi delle attività e dei servizi finalizzati al mantenimento dello strumento navale. Per quanto riguarda, lo specifico, nell’Arsenale M.M. di Taranto, sottolineano ancora le OO.SS., il piano di risanamento infrastrutturale “Brin” che nei progetti originari avrebbe dovuto costituire crocevia per la prosecuzione delle attività, garantendo a regime costi contenuti di gestione, è attualmente paralizzato e rimarrebbe senza prospettive qualora non venissero assunte iniziative straordinarie non più rinviabili. Non si deve più tergiversare, dunque. Il ritardo nell’attuazione del Piano – dal mancato completamento e sospensione dei lavori delle Officine Polifunzionali, alla sospensione dei lavori di consolidamento del bacino Ferrati, alle continue varianti in corso d’opera - sta determinando il rischio di revisione al ribasso dei finanziamenti assegnati e la compromissione irreversibile del futuro lavorativo di migliaia di lavoratori pubblici e privati, oltre che pregiudicare ulteriormente l’economia di un intero territorio già largamente provato. Per quanto attiene alla questione “appalto”, proseguono le OO.SS. la situazione è, a dir poco, drammatica, a partire dal fatto che i ritardi nella liquidazione delle spettanze per le opere già effettuate hanno messo in grave difficoltà le aziende ed i rispettivi lavoratori espulsi dal ciclo produttivo, talune delle quali non hanno potuto evitare il fallimento. Per queste ragioni le OO.SS. rivendicano il rispetto e la riconferma dell’Accordo sul bacino occupazionale, recependo una specifica clausola sociale mirata a garantire l’impiego dei lavoratori interessati ai cambi di appalto. Il rifinanziamento del piano di investimento sull’Arsenale di Taranto non può non affrontare il tema delle regole che sovrintendono l’affido delle opere; l’esperienza più recente ha mostrato l’impossibilità di finalizzare l’appalto dei lavori in tempi congrui con quelli attesi. Le OO.SS. rappresentano, perciò, la necessità di intravvedere una gestione straordinaria alla stregua di quanto disposto con le opere infrastrutturali del Porto di Taranto. Oltre la revisione dello strumento militare, anche i provvedimenti ad essa collegati, come la diversa organizzazione della M.M., avranno naturali conseguenze sui quei territori dove le Forze armate hanno una presenza più significativa proprio come Taranto, la cui economia è retta prevalentemente dall’Ilva e dalla MM. presente con i suoi estesi insediamenti per ogni dove. I Sindacati denunciano ancora come, contrariamente agli accordi nazionali intercorsi e alle ripetute assicurazioni dei suoi vertici, la stessa MM. continua ad assumere iniziative unilaterali, confondendo la disponibilità al dialogo e l’apertura al cambiamento come supina acquiescenza verso ogni tipo di decisione. La definizione delle nuove tabelle organiche degli enti con la riduzione del 10 per cento, sollecitate dallo Stato Maggiore della MM. entro il 30 giugno non ha visto, infatti, il coinvolgimento delle locali rappresentanze sindacali, così come non sono state rese note le dotazioni organiche attribuite alla giurisdizione. Perciò, se fossero confermate le assegnazioni, anch’esse unilateralmente definite agli inizi del 2012, si determineranno esuberi concreti, non compensati dai provvedimenti di pensionamento, impedendo, altresì, il ricambio generazionale. È dunque comprensibile il disappunto di una comunità che assiste, senza coinvolgimento alcuno, ad un quadro organizzativo, logistico e funzionale della M.M. che può mutare in peggio i fondamentali assetti economici e sociali. Le OO.SS., dunque, invitano tutti protagonisti politici, istituzionali e militari ad armonizzare preventivamente ogni ipotesi di riorganizzazione della MM. sul territorio di Taranto con la sua attuale straordinaria condizione, favorendo la partecipazione corale di tutti e individuando nel “Tavolo provinciale per la consulta per Taranto” lo strumento per assumere decisioni condivise nel segno della comune responsabilità, ma di rapida attuazione. Tale impostazione dovrebbe fungere da momento di proposizione per la successiva adozione delle misure da parte del Governo, re-insediando il “Tavolo istituzionale per Taranto” presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. La vertenza Difesa deve rappresentare uno dei percorsi di diversificazione produttiva del nostro territorio con le conseguente conformazione dei percorsi di studio ai diversi livelli (settore della navalmeccanica).