Banche,: Fiba Cisl, domani 31 ottobre sciopero generale
Si tratta del primo da 13 anni a questa parte
FIBA -
Nessuna marcia indietro nel braccio di ferro con l'Abi. I sindacati dei bancari confermano lo sciopero generale in programma per domani, il primo da tredici anni a questa parte. Questo il messaggio lanciato dagli attivi unitari delle sigle di categoria convocati ieri a Roma. Un messaggio rafforzato dalla decisione di interrompere le relazioni sindacali anche a livello aziendale, replicando così lo stallo prodotto a livello nazionale dalla disdetta, anticipata di 10 mesi rispetto alla scadenza del contratto nazionale, decretata dalla Confindustria delle banche. "È una scelta sbagliata nei tempi, che sono scriteriati, e nei modi", attacca il segretario generale della Fiba Giulio Romani, secondo cui "le sofferenze che accusa il sistema sono imputabili per la gran parte a prestiti concessi dai vertici e il taglio dei costi non è la soluzione". A pesare sui rapporti tra le parti resta il macigno delle retribuzioni dei manager. Nemmeno la crisi - lamentano i sindacati - ha indotto le banche a invertire la rotta rispetto ai compensi extralarge garantiti negli ultimi anni ai big del credito, e questo nonostante il crollo della redditività e l'aumento delle sofferenze abbia messo in tensione i bilanci. Difficoltà che ora si riverberano sul fronte occupazionale. Strette nella morsa tra redditività sempre più bassa, aumento delle sofferenze e rettifiche sui crediti, e con gli stress test della Bce che incombono, le banche hanno scelto di mostrare i muscoli. Rientra in questo disegno il Fondo di solidarietà, che dal 2000 ad oggi ha accompagnato alle pensione oltre 40mila dipendenti senza mai venir meno ai due requisiti che i sindacati ritengono irrinunciabili: la volontarietà dell'uscita e gli incentivi ad attutire il colpo del pensionamento anticipato. Una formula che, a detta di tutti gli osservatori, ha garantito negli anni la "pace sociale" pur in presenza di imponenti ristrutturazioni aziendali. Ora pare che l'Abi, già tentata dall'idea nel recente passato, voglia cambiare registro, anche se ancora non si sa come. Un'ipotesi è la trasformazione del Fondo di Ente bilaterale, mossa che consentirebbe di ovviare all'allungamento dell'età pensionabile frutto della riforma Fornero. Stando alle indiscrezioni, nel nuovo contenitore potrebbero confluire circa 30mila lavoratori sopra i 55 anni, che verrebbero avviati al prepensionamento obbligatorio con uno "scivolo" di sette anni in luogo dei cinque previsti dal Fondo di solidarietà. L'altra ipotesi - l'opzione più dura - riguarda il ricorso alla cassa integrazione, praticamente una dichiarazione di guerra nei confronti dei sindacati, che alla rottamazione dell'ammortizzatore di categoria già in passato si sono opposti con la massima energia.
Di Carlo D’Onofrio da www.conquistedellavoro.it