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Privatizzazione Poste: la Cisl Slp dice si


Privatizzazione Poste: la Cisl Slp dice si

CISL PUGLIA -

Dall’11 dicembre 2013, dopo anni di discussioni, è divenuta una possibilità concreta la privatizzazione di una quota di minoranza di Poste Italiane. Governo ed azienda hanno ormai trovato un’intesa, da parte sua il sindacato, che ha seguito la vicenda con attenzione, è pronto a dare il suo ok, al fine di realizzare una vecchia idea, che era in cantiere da anni: azioni gratuite ai dipendenti da gestire in forma collettiva ed ingresso nel CdA dei lavoratori, così come avviene in Germania e Gran Bretagna. A supportare questo nuovo modello è l’SLP CISL, primo sindacato in Poste Italiane, con oltre il 50% degli iscritti tra i 140mila dipendenti in tutta Italia e prima organizzazione sindacale in Puglia e nella provincia di Foggia, con la maggioranza assoluta. “Per anni la nostra più grande preoccupazione è stata evitare lo spezzatino di Poste, con lo scorporo di Bancoposta e dei settori floridi dai Servizi Postali”, dice il Segretario Territoriale dell’SLP CISL Foggia, Antonio Lepore. “Questo sarebbe costato migliaia di posti di lavoro, oltre che lo sfascio di un’azienda multi service come Poste. Aprire al capitale privato, invece, è differente dal privatizzare: cedere il 40% delle quote, con un parte di essa riservata e da destinare in forma gratuita ai dipendenti, rappresenterebbe un modello di avanzamento culturale, sindacale e politico mai accaduto in Italia. Si darebbe ai lavoratori la possibilità di essere rappresentati nel CdA e di prender parte alle decisioni all’interno del board. Tra l’altro gli assetti di Poste si definirebbero in maniera stabile e duratura, scongiurando qualsiasi legge di stabilità o pericolo spacchettamento usato solo per far cassa”. L’Slp Cisl quindi è pronta a metterci la faccia e sostenere questo progetto sino in fondo: “E’ un’assunzione di responsabilità da parte del sindacato che – prosegue Lepore - con l’ingresso nel capitale da parte dei dipendenti corresponsabilizzerebbe la gestione. Aziendalmente ci sarebbe un incremento della produttività, favorito dalla partecipazione dei lavoratori agli utili aziendali; e di riflesso ci sarebbe un miglioramento del servizio offerto alla collettività. Dal punto di vista delle relazioni sindacali, sarebbe – conclude il sindacalista - una modernizzazione unica sino ad oggi nel panorama italiano”.

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