News       Pubblicata il

Crisi: prima conferenza stampa della Cisl di Puglia e Basilicata

Colecchia, tra luci ed ombre anche la spending review nelle famiglie


Crisi: prima conferenza stampa della Cisl di Puglia e Basilicata

CISL PUGLIA -

Puglia e Basilicata, tante ombre e qualche luce tra eccellenze che resistono alla crisi e interi comparti produttivi che stentano. E’ questo il quadro emerso nel corso della prima conferenza stampa della Usi Cisl di Puglia Basilicata tenuta dal Segretario generale Giulio Colecchia insieme al Segretario aggiunto Nino Falotico e alla segreteria interregionale. In apertura il sindacalista ha affrontato il tema delle difficoltà sociali concentrate sulla famiglia (in allegato una scheda semplificativa), unico ammortizzatore sociale certo, e più in particolare sui due tronconi che sono i giovani e gli anziani: “Questi ultimi sono realmente il sostegno dell’universo famiglia, che oggi viene taglieggiato vista la riduzione del potere d’acquisto e la mancata rivalutazione delle pensioni. Atto che permetterebbe di rimettere in circolo risorse che il pensionato non tiene per se, ma condivide con il figlio, il nipote e comunque all’interno del nucleo alimentando la crescita dei consumi. Sui giovani molta retorica e pochi fatti. Il rapporto Ilo ci dice che il tasso di disoccupazione giovanile è altissimo in Italia e in Puglia e Basilicata va oltre il 40%. Il recente provvedimento europeo della ‘Garanzia Giovani’ è uno strumento che può servire a dare alcune risposte ma le politiche giovanili non possono essere fondate tutte e soltanto sull’intervento comunitario ma devono vedere una adeguata attenzione da parte delle associazioni datoriali e da parte di chi ha disponibilità nei bilanci ordinari, quindi le Regioni attraverso non solo incentivi all’occupazione ma ad un più mirato accompagnamento dalla scuola verso il lavoro”. Sul fronte occupazionale secondo la Cisl si registra un sovraccarico del lavoro della Task force ma con pochi strumenti utili alla soluzione dei problemi. Ma in Puglia e Basilicata esiste anche una ampia frammentazione delle aziende “che si rivolgono quasi esclusivamente al mercato interno già compresso e contratto senza grandi prospettive” aggiunge Colecchia, specie a fronte di un mercato dei consumi nazionale fermo. Quindi, secondo la Cisl di Puglia Basilicata sarebbe necessaria la reingegnerizzazione del sistema industriale interregionale sulla quale le associazioni datoriali si dovrebbero cimentare invece di utilizzare il rapporto con la regione solo come un Bancomat. “In sostanza – sostiene Colecchia – parliamo di un cambiamento culturale dei sistemi produttivi che guardino ai nuovi mercati garantendo anche la salute dei lavoratori e delle comunità in cui producono”. Per la Cisl, passando ad un tema di carattere strategico nel panorama energetico nazionale, si è troppo estremizzata la questione della Tap “troppi integralismi – aggiunge il Segretario generale – non dobbiamo drammatizzare tutto, ma governare i processi e per fare questo sono necessari dei programmi che spieghino che i progetti sono finalizzati allo sviluppo e hanno delle garanzie per le popolazioni. Per questa operazione non basta solo il dialogo, ci vuole la concertazione, un ragionamento condiviso tra più soggetti e questo in Puglia non avviene: la Regione svolge la sua azione, un'altra il sindacato e un'altra ancora le associazioni datoriali. Con la Confindustria regionale in particolare, nello specifico non abbiamo continuità di dialogo”. Non mancano, però, nel panorama delle tante vertenze occupazionali aperte in Puglia e Basilicata, i modelli di concertazione che, grazie all’azione contrattuale, hanno alleggerito e, perché no, risolto i problemi dei lavoratori: la Natuzzi, l’accordo per gli appalti delle pulizie nelle scuole (che solo in Puglia riguarda 3.500 posti di lavoro) e la centrale a biomasse del Mercure in Basilicata. Importante riposizionare Puglia e Basilicata all’interno del panorama nazionale. Sono due regioni che, per esempio parlando di trasporti, hanno difficoltà ad acceder al resto del Paese (ferrovie e voli nazionali) né la velocizzazione della tratta ferroviaria Bari Napoli può dare risposte in tempi brevi. Per arrivare in Europa Puglia e Basilicata devono guardare alla fascia di  sviluppo Adriatico Ionica, un asse Sud-Est che non è solo dei trasporti, ma delle università, della pesca, dei sistemi industriali, delle reti energetiche utilizzando le indicazioni che ci arrivano proprio lo strumento europeo della Macro regione Adriatico Ionica. Ma al momento non ci sembra che le Regioni Puglia e Basilicata stiano stimolando in questa direzione, marginalizzando questa opportunità. Che la Regione Puglia o la Basilicata spendano rapidamente i fondi europei all’interno dei propri territori non risolve i problemi se non si interviene con una programmazione che preveda progetti di connessione tra i numerosi territori della fascia adriatica che guardano ad Est. Sulle liste d’attesa nella sanità, sindacati e lavoratori hanno subito dato la disponibilità agli esami specialistici nella fascia serale ma è la Regione a doversi immediatamente attivare per rimuovere gli ostacoli che alcune Asl stanno creando e che poco si conciliano con l’intesa siglata nelle scorse settimane. La Cisl ha infine annunciato che nel mese di febbraio metterà in campo due iniziative che riguardano la programmazione dei fondi europei 2014-2020 ed un focus sulla grande industria in Puglia e Basilicata.

Torna indietro
Stampa
powered by: mediaweb-grafic