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La Cisl a Confindustria: non basta cullarsi sulle eccellenze

Colecchia, concordare strategie di crescita e diffusione dell'innovazione


La Cisl a Confindustria: non basta cullarsi sulle eccellenze

CISL PUGLIA -

Più che un inutile atto di accusa volevamo richiamare l’attenzione sulle difficoltà in cui la stragrande maggioranza delle aziende pugliesi sta vivendo questa pesante contingenza economica. Lo riconosce, con apprezzabile e generale senso di realismo, il Presidente Vinci, a nome della Confindustria di Bari e Bat, quando afferma che tra le industrie del suo territorio permangono criticità e le imprese di successo non ne rappresentano la totalità. Noi aggiungiamo che, guardando al resto della Puglia, il differenziale indicato da Vinci è ancora più marcato e non coincide con i quadretti consolatori né con le istantanee televisive che, sull’innegabile successo di alcune (poche) imprese, rappresentano un sistema imprenditoriale pugliese quasi esente dagli effetti tempestosi e micidiali della crisi. Né possiamo trovare conforto in analisi economiche che, guardando al medio periodo, ci dicono che in fondo stiamo meno peggio degli altri. Leggendo i dati dell’export recentemente dimezzati a seguito delle note vicende dell’Ilva, considerando l’innegabile inadeguatezza del credito bancario alla maggior parte delle aziende in uno con la difficoltà ad potersi innovare con accesso al mondo della ricerca - che lo stesso Vinci richiama - e le crescenti crisi aziendali con i conseguenti drammatici risvolti occupazionali che caratterizza quasi tutto il sistema delle piccole imprese pugliesi (99,68% del totale), le difficoltà dell’intero sistema produttivo difficilmente possono ritenersi compensate con i successi delle eccellenze o con la tenuta in qualche provincia. Del resto il richiamo che il Presidente di Confindustria di Bari fa al successo di un paio di distretti produttivi (meccatronica sicuramente, a cui aggiungerei quelli dell’aerospazio, dell’energia rinnovabile, dell’ambiente, ma non quelli agroalimentari) rispetto ai 19 individuati sono, a nostro avviso, più il segno di un generalizzato malessere che motivo di vanto per i responsabili delle politiche industriali di questa regione, come messo in evidenza in questi giorni dal Presidente Svimez Adriano Giannola, partecipando ad un convegno a Bari. La recente decisione dell’Assessore Capone di dare priorità, nei bandi che finanziano gli investimenti, alle reti d’impresa, rappresenta un importante riconoscimento ed un avanzamento a favore della compattazione delle imprese come il sindacato da tempo chiede. In effetti, a conclusione della sua nota, Vinci centra il vero nodo gordiano quando afferma che bisogna trovare il modo per trainare l’evoluzione delle imprese di minori dimensioni verso l’innovazione che, poi, in sintesi, significa miglioramento strategico sui mercati. Già. Ma non basta individuare il problema. Nemmeno basta più suggerire le soluzioni. Bisogna imboccare la strada giusta che porti a quel risultato. Vorrà farlo da sola Confindustria? Vorrà continuare a farlo in maniera diversificata e non aggregata nei diversi territori? Vorrà continuare a farlo in una interlocuzione esclusiva dai connotati lobbistici nel rapporto con le istituzioni, Regione in primis? Bene, la Cisl ha un’altra idea e crede che la scelta di mettere i problemi veri sotto il tappeto buono delle eccellenze non aiuterà né a far crescere il clima di fiducia tra gli imprenditori pugliesi, né ad aiutarli a superare le difficoltà. Attendiamo con impazienza segnali concreti e proposte da parte del sistema imprenditoriale per un’azione comune, coordinata ed efficace.

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