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Macroregione Adriatico-Ionica: Cisl, una alleanza per lo sviluppo

Tavola rotonda a Bari con il Segretario Bonanni


Macroregione Adriatico-Ionica: Cisl, una alleanza per lo sviluppo

CISL PUGLIA -

“Cari Presidenti se non ci alleiamo contro quelli che giocano allo sfascio e remano contro, non riusciremo a far fronte comune per attrarre gli investimenti in Puglia e Basilicata che con queste risorse potrebbero migliorare, ancora meglio di quanto già fanno, la propria capacità di sviluppo sfruttando le opportunità europee come la macroregione Adriatico-Ionica”. Lo ha detto il Segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, durante la tavola rotonda organizzata dalla Cisl di Puglia Basilicata, parlando con i Governatori Nichi Vendola e Marcello Pittella del tema dell’iniziativa. Tra gli ospiti intervenuti alla Tavola rotonda sul tema ‘Regioni, Europa e il contesto globale. Expo 2015 e Macroregioni europee, eventi e opportunità’, oltre ai due Governatori, anche il Presidente Confindustria per il Mezzogiorno, Alessandro Laterza. Poco prima aveva aperto i lavori il Segretario interregionale, Giulio Colecchia, il quale aveva sottolineato che “invece di invocare meno Europa è giusto chiedere che si facciano decisi e decisivi, coraggiosi passi in avanti verso una maggiore coesione politica Europea quando, invece è necessario lavorare perché si rimettano in campo gli impegni per la crescita e la ricerca di programmi che rimettano in moto il lavoro”. Secondo Colecchia “quello che manca al Paese non è solo una politica che riconnetta, strutturalmente ed economicamente, le aree più deboli a quelle più forti, ma mancano anche quelle riforme che segnerebbero realmente il passaggio verso una modernizzazione che ne farebbe crescere la competitività e l’attrattività, dalla scuola-formazione-università, al mercato del lavoro-ammortizzatori sociali, dalla previdenza complementare obbligatoria, alla semplificazione amministrativa che non sacrifichi la legalità”. E’ necessario evitare le stereotipate convinzioni che le divisioni del Paese lo attraversano solo orizzontalmente, senza tener conto delle nuove e molteplici differenziazioni che lo caratterizzano: dalle direttrici della mobilità (Tirreno vs/ Adriatico-jonio), alle aggregazioni dei sistemi d’impresa che oramai viaggiano per meta distretti, alla distribuzione delle infrastrutture materiali ed immateriali. “Mi riferisco alla fascia delle regioni che dallo jonio e lungo l’adriatico, congiungono la costa più meridionale del Pese con l’Europa. Sono 9 regioni con diverse caratteristiche economiche e produttive comuni, con interessi comuni sulle condizioni e modalità dei trasporti, con sedi universitarie già consorziate o comunque con avanzati livelli di equiparazione. In queste regioni il settore agro-alimentare, come quello turistico, e quello della blue economy sono realtà importanti e potrebbero svilupparsi ancor più”. “Questa è la sfida, cari Presidenti di due delle Regioni che più delle altre hanno lavorato per lo sviluppo – conclude Colecchia – per uscire dal regionalismo fai-da-te, per incamminarsi davvero verso l’Europa, per rafforzare una visione coesa del Paese, per cercare nuove opportunità per le imprese e per il lavoro. La nuova programmazione, nascerà sotto l’egida della integrazione per una più efficace coesione. Sarà questo il banco di prova di un cambio di passo ma anche e soprattutto di un nuovo modello culturale per le classi dirigenti, fatto di cooperazione, di attenzione a ciò che avviene oltre i propri confini, a ciò che gli altri stanno progettando di fare”.

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