Auchan: Fisascat Cisl, ripristinare le corrette relazioni sindacali
CISL PUGLIA -
Nei giorni scorsi abbiamo appreso a mezzo stampa di una mail inviata dal gruppo Auchan S.p.A. datata 16 settembre 2013 al Comune di Taranto, inerente la mancata autorizzazione all’ampliamento della struttura commerciale, gli stessi contenuti poi illustrati al Sindaco di Taranto e ad alcuni consiglieri regionali e alle organizzazioni datoriali “Confcommercio e Confindustria”. Sull’argomento Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs Uil dichiarano:
Prendiamo atto che, a prescindere dal tipo di progetto, le scriventi non sono state prese in considerazioni, certo non ci meravigliamo visto che al gruppo Auchan Spa non interessano le relazioni industriali con i sindacati e i lavoratori, bensì le loro logiche sono solo il profitto economico a prescindere tutto e tutti. Quanto sopra enunciato è frutto di quello che ormai accade da diversi mesi con l’Auchan nella città di Taranto, (vedi le disdette di accordi sindacali, diritti tolti ai lavoratori, mancato riconoscimento dei rappresentanti sindacali aziendali, trasferimenti di lavoratori in altre città, obbligo a lavorare la domenica e tanto altro). Vorremmo ricordare il passato, nel 1997, l’ipermercato allora Cittàmercato oggi Auchan, aprì senza le autorizzazioni previste, in tribunale perse il ricorso con la città e contro Confcommercio, il comune emise l’ordinanza di chiusura, le organizzazioni sindacali insieme ai lavoratori e alle lavoratrici manifestarono sotto la prefettura chiedendo a tutti di fare un passo indietro e anche al di fuori delle norme previste favorire il proseguo della attività del centro commerciale per il bene comune di tutti. Oggi il risultato è la scarsa considerazione dei lavoratori sia da parte della direzione di Taranto che non perde occasione per vessare i lavoratori, sia da parte della direzione sviluppo di Auchan che snobba i sindacati rappresentanti dei lavoratori. Il gruppo Auchan spa lamenta il silenzio di tutti che bloccherebbe gli investimenti, certo ci domandiamo a cosa si riferiscono visto che non esiste, a nostro parere, un reale piano industriale atto a non creare squilibri nella nostra città, a non creare inutili cattedrali di cemento nel deserto, un piano che non si limiti ad alimentare sogni di fantomatiche numerose nuove assunzioni part-time domeniche incluse.