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Acquedotto Pugliese: le parti sociali esprimono dissenso sulle proposte di riorganizzazione


Acquedotto Pugliese: le parti sociali esprimono dissenso sulle proposte di riorganizzazione

FEMCA - Cgil, Cisl e Uil dell’Acquedotto pugliese esprimono il proprio dissenso circa le proposte di riorganizzazione e ristrutturazione contenute nel progetto di Aqp. Chiedono il ritiro immediato di tale proponimento che tra l’altro non garantisce parità di condizioni di gestione del servizio idrico integrato all’interno dei territori serviti nella regione Puglia e valutano non perseguibili gli obiettivi dichiarati dall’azienda e contenuti nella proposta di “ottimizzazione Organizzativa delle UT” tracciati attraverso il percorso della nascita delle tre nuove UT di :
- Bari -Bat con sede centrale presso l’attuale UT di Bari
- Taranto – Brindisi con sede centrale presso l’attuale UT di Taranto
- Foggia - Avellino con sede centrale presso l’attuale UT di Foggia
I sindacati confederali ravvisano nella proposta aziendale un “disegno” sempre più destrutturante del servizio sul territorio attraverso “accorpamenti” di unità organizzative esistenti che si riflette negativamente sui lavoratori con il trasferimento di 22 unità da Trani a Bari e 15 da Brindisi a Taranto. Ai disagi dei lavoratori e dei clienti/fruitori del servizio, si aggiunge il progressivo impoverimento delle attività svolte sul territorio, per gran parte delle quali si mantiene il solo presidio a fronte di un coordinamento sempre più accentrato verso la UT di riferimento stravolgendo, in tal modo, il disegno organizzativo che lo stesso attuale management ha posto in essere.
Si domandano come sia possibile attuare un vero efficientamento se contestualmente si da corso ad un processo di smobilitazione di strutture e di risorse dalla periferia al centro.
Chiedono di conoscere il vero “disegno” che Aqp, per mano dei suoi amministratori, intende perseguire e se il Management persegue obiettivi condivisi dalla proprietà. Soprattutto se tutti perseguono l’obiettivo del rilancio di AQP spa.
Respingono con forza le proposte di “ottimizzazione” avanzate da Aqp, in quanto risultano lesive della dignità e della professionalità dei lavoratori di Aqp, ancor più in assenza di indicazioni certe circa la realizzazione degli obiettivi del Piano Industriale e proclama lo stato di agitazione.
Rivendicano migliori e corrette relazioni industriali partecipative per affermare pari dignità tra le esigenze aziendali e quelle dei lavoratori.

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