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Marina Militare: stato d'agitazione del personale civile per le condizioni igieniche


Marina Militare: stato d'agitazione del personale civile per le condizioni igieniche

CISL TARANTO BRINDISI | FP | -  In data 27 giugno u.s., si è tenuto presso Palazzo Ammiragliato l’incontro, con il Comando Marittimo Sud di Taranto (MARINA SUD TA) in qualità di Organismo per l’Alta Vigilanza sugli Enti della propria giurisdizione, richiesto con urgenza da Cgil Fp, Cisl Fp, Ulpa, Flp, Confsal e Ugl territoriali, a seguito di crescenti, variegate e diffuse segnalazioni di malcontento del personale civile di vari Comandi/Enti (es. Arsenale MM, Marina Sud, Centro Ospedaliero Militare, Marigenimil, Maridiram, Maristanav, ecc…) riguardanti la pulizia degli ambienti di lavoro e dei locali igienici, che in alcuni casi è arrivata al di sotto dei livelli minimi di sicurezza mentre in altre circostanze è stata completamente annullata, evidenziando iniziative “tampone” d’urgenza, non certo risolutive, da parte dei Responsabili dei Comandi/Enti, sino ad arrivare alla richiesta agli stessi dipendenti di provvedere motu propriu alle incombenze del caso. Per tale motivo, le OO.SS. hanno ufficialmente comunicato la dichiarazione dello stato di agitazione di tutto il personale civile della Marina Militare dell’area di Taranto. Le OO.SS. hanno rappresentato quanto segue:
 
1)     Riteniamo utile e necessario far pervenire il verbale d’incontro odierno alle Superiori Autorità.
 
2)     Consapevoli delle azioni di contenimento della spesa pubblica operate dai vari Governi nel corso degli ultimi anni, che hanno inciso in maniera significativa e riduttiva sulle risorse economiche assegnate annualmente al Ministero Difesa, nell’ambito delle attività di programmazione delle Forze Armate e nella consapevolezza dei risvolti occupazionali e reddituali dei lavoratori indiretti connessi al perdurare di tale situazione, per i quali esprimiamo la ns. piena vicinanza e solidarietà, riteniamo inammissibili ed inaccettabili i drastici, consistenti e ripetuti tagli operati al Settore dell’Esercizio e di conseguenza, alle risorse economiche assegnate specificatamente alle attività di pulizia di spogliatoi, servizi igienici e luoghi di lavoro, svolte attualmente da imprese e società di servizi, quando proprio la politica parecchi anni fa (in assenza di personale non specializzato quale quello dei militari di leva), ha deciso di esternalizzare questo servizio, perché comportava minori spese e maggiori vantaggi in termini di efficienza dei servizi, senza trascurare che da molto tempo non si assume nessuno per tali attività e che ora, non solo non si rimpiazzano i lavoratori diretti, ma addirittura vengono ridimensionati gli indiretti e questo è davvero insopportabile.
 
3)     Riteniamo, che i “tagli alle spese” del Ministero della Difesa, si debbano e si possano trovare in altri ambiti al suo interno (ad es. eliminando/riducendo gli enormi “sprechi”, i privilegi dei vertici militari, le spese per sistemi d’arma, la riduzione delle ore di straordinario del personale militare, ecc..) anziché quello delle pulizie, che rientra nei servizi di utilità pubblica e quindi, primario come ordine di priorità anche nell’ambito dello stesso capitolo di spesa; servizi peraltro, che investono le responsabilità politiche del Ministero della Difesa, oltre a quelle imputabili ai Responsabili dei singoli Comandi/Enti periferici che, in base alle norme antinfortunistiche succedutesi nel tempo, in ultimo con il DLvo n°81/2008 (TITOLO II CAPO I Art.64 ed allegato IV punto 1.1.6), fra l’altro, hanno l’obbligo per legge di sottoporre a regolare pulitura i luoghi di lavoro, sia per assicurare condizioni igieniche adeguate, sia perché la pulizia e l’ordine, attuate sistematicamente, rendono evidenti le anomalie e le condizioni di pericolo del contesto ed abbattono di fatto il rischio contribuendo ad incrementare il livello di sicurezza effettivo.
 
4)     Sappiamo bene quali sono i problemi del Paese e che ci vorranno ancora sacrifici dolorosi da parte di tutti per rilanciare l'Italia. Tuttavia ci chiediamo: questa è spending review?Le conseguenze sociali non sono troppo alte? Non è troppo profondo il danno alla vita dei lavoratori diretti e indiretti? A fronte della attuale politica di reinternalizzazione dei servizi delle Forze Armate sin’ora appaltati a ditte esterne, prevedendo che il servizio di pulizia sia erogato eventualmente da personale militareimpiegato nelle FF.AA. in accordo con gli articoli 840, 841 e 842 del DLvo 15.03.2010 n°66 (Codice Ordinamento Militare), chi ha operato queste scelte, ha considerato che:
 
a.      L’impiego del personale volontario e professionalizzato rispetto agli ex militari di leva prima impiegati in tali attività, oltre ad essere “deprofessionalizzante” perché personale formato per altri scopi della Difesa, potrebbe portare ad un costo per il Ministero significativamente più elevato, tenuto conto del trattamento economico al lordo degli oneri riflessi a carico dell’Amministrazione, dell’IRAP, dell’orario di servizio, del profilo ordinativo in cui sono inquadrati?
 
b.      Viceversa, ha tenuto conto che l’eventuale impiego di personale civile nelle attività di pulizia degli uffici/officine non rientra più nei compiti istituzionali previsti dal Nuovo Sistema di Classificazione del personale civile sottoscritto nel recente 2010 e che laddove i suddetti dipendenti, mossi da spirito di comprensione per il momento di particolare crisi in cui versano le FF.AA., dovessero attenersi a quanto “richiesto” dai datori di lavoro, cioè di provvedere “in proprio” alle pulizie degli uffici/officine, questo avverrebbe nella totale mancanza del rispetto, oltre che della dignità del personale, anche delle norme di prevenzione e protezione minime previste dalla legge, esponendo i lavoratori a rischi multifattoriali e, di conseguenza, gli stessi datori di lavoro, per la responsabilità civile e penale, che un impiego “illegale” del personale comporta?
 
5)     Riteniamo rilevante:
 
a.       la Direttiva del 28.01.2014 (prot. N.1/618) del Capo di SMD “Linee di indirizzo e criteri per l’impiego delle risorse finanziarie, destinate al settore Esercizio, per l’e.f. 2014”che indica gli indirizzi programmatico-funzionali, suddivisi per aree specifiche, che dovranno essere seguiti per sostenere lo Strumento Militare, che riporta “In tale ambito si dovrà, anche in considerazione del delicato quadro finanziario, esperire ogni possibile azione al fine di superare i critici statici di programmazione e assegnazione delle risorse, correlandoli inequivocabilmente ai compiti da assolvere ed agli obiettivi da conseguire da parte delle diverse articolazioni del Dicastero” e che “In considerazione del significativo impatto che l’applicazione di tali linee potrà avere sul personale e sul funzionamento delle strutture, chiedo alle S.L. di disporre affinché sia assicurata la necessaria informazione e siano impartite le opportune disposizioni all’interno delle dipendenti articolazioni.”, indica altresì, le priorità sulle quali convogliare, nell’ambito delle competenze degli Organi Programmatori (O.P) eventuali risorse aggiuntive assegnate e.f. durante.
 
b.      La lettera di Maristat U.P.P:F. (prot. n.13684 del 06.03.2014), indirizzata a CINCNAV, MARICOMLOG, MARICOMSCUOLE, MARIPERS, MARISPESAN, che nel richiamare la Direttiva dello SMD, riporta anche le disposizioni opportunamente attagliate alle esigenze e criticità della F.A., con la possibilità per gli EE.dd.OO. a cui è deputata la gestione, di segnalare a Maristat le criticità emerse dalla periferia e di conseguenza, tale Organo Programmatore,  proporle allo SMD per gli eventuali correttivi da apportare allo policy di settore.
 
c.      Il Decreto 27.12.2013 del MEF (S.O. n.90 alla G.U. n.305 del 31.12.2013) recante “Ripartizione in capitoli delle Unità di voto parlamentare relative al bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016.”che riporta la Tabella 11 riferita al Ministero Difesa, e che individua sul Capitolo di Spesa 4341/2, per l’anno 2014 solo il 57% delle risorse economiche rispetto a quelle previste per gli anni 2015 e 2016, con evidente nocumento per il corrente E.F. e ricadute negative sul personale civile.
 
6)     Riteniamo che le attuali risorse economiche assegnate per i Comandi/Enti del territorio di Taranto, riferite al Settore dell’Esercizio/Servizi di pulizia, siano non solo insufficienti ma anche non distribuite equamente, perché sembrerebbero essere state ripartite secondo criteri che non hanno tenuto conto della grandezza/estensione dell’Ente, delle attività lavorative svolte e del numero di dipendenti civili e militari ivi impiegati. Chiedono a riguardo, una immediata verifica delle criticità esistenti negli Enti, una eventuale rimodulazione delle risorse economiche destinate ai servizi di pulizia degli enti secondo i criteri predetti e di avanzare richiesta alle SS.AA., di risorse economiche aggiuntive da destinare al servizio di pulizia per gli enti che presentino criticità irrisolte.
 
Il Rappresentante delegato di Marina Sud Taranto, nell’assicurare alle OO.SS. intervenute, l’invio alle SS.AA. del verbale di riunione, ha riferito che per far fronte alle criticità già segnalate da vari Enti, sono state richieste ulteriori risorse economiche alle SS.AA. non ricevendo, purtroppo, assicurazioni positive a riguardo. Inoltre, ha informato che nell’E.F. 2014, tenuto conto che gli Organi amministrativi centrali non hanno stipulato un nuovo accordo quadro e che le risorse di bilancio programmate non consentono ulteriori autonome proroghe contrattuali, per far fronte alle esigenze del servizio di pulizia sino a fine anno, anche per la MM dell’area di Taranto, sono state finalizzate nuove procedure negoziali, tramite lo strumento del Mercato elettronico della P.A., al termine delle quali tutti i “cantieri” delle varie FF.AA. sono stati affidati a nuovi appaltatori, che nella migliore situazione, hanno assunto tutti gli operatori in precedenza contrattualizzati dalle Ditte appaltatrici uscenti, seppure con una notevole riduzione del monte ore, pari in media al 50% (a Taranto, si è passati dalle tre ore previste ad appena un’ora e quindici minuti per dipendente). Tale riduzione del servizio in termini di aree, frequenze e, naturalmente, ore lavorative, come noto, è dovuta al forte decremento delle quote di bilancio destinate al servizio di cui trattasi, che per l’anno 2014, si sono assestate intorno al 36% rispetto a quelle assegnate nell’E.F. 2013 (quote già ridotte sino al 51% rispetto al valore contrattuale iniziale del 2008 ed aggravate da un aumento dei costi delle prestazioni dovuto all’adeguamento prezzi indice ISTAT ed all’aumento dell’aliquota I.V.A. dal 20% del 2009 al 22% del 2013) e dalla revoca della Cassa Integrazione.
 
Le OO.SS. a riguardo, nel dichiarare lo stato di agitazione di tutto il personale civile in forza negli enti della Marina Militare del territorio di Taranto, hanno ribadito che la inadeguata assegnazione di risorse economiche da parte delle SS.AA. sul pertinente capitolo di spesa del servizio pulizie del Settore dell’Esercizio, non giustifica la disapplicazione di norme di legge sulla sicurezza sul lavoro, che prevedono specificatamente l’obbligo per i Responsabili dei singoli Comandi/Enti di sottoporre a regolare pulitura i luoghi di lavoro, per assicurare a tutti i lavoratori, civili e militari, livelli adeguati di igiene e salubrità degli ambienti di lavoro; né tanto meno, l’emanazione di atti formali interni del Dirigente dell’Ente, con disposizioni “tampone” e di emergenza non risolutive della problematica ed a volte anche “molto discutibili”, esimono dalle responsabilità di varia natura che ricadono sui dirigenti degli enti per non aver salvaguardato la salute dei lavoratori. Pertanto, ritengono che l’unica soluzione percorribile sia quella di proporre con urgenza alle SS.AA., ognuno per la propria via gerarchica, la rimodulazione, dal livello nazionale sino a livello periferico, delle risorse economiche destinate al Settore dell’Esercizio, prevedendo una assegnazione adeguata alle attività di pulizia di spogliatoi, servizi igienici e luoghi di lavoro, tale da ripristinare ed assicurare ai lavoratori, in tutti gli enti della Difesa, livelli appropriati di sicurezza negli ambienti di lavoro.

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