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Teleperformance: Fistel Cisl, azienda incoerente che scarica sui lavoratori problemi propri


Teleperformance: Fistel Cisl, azienda incoerente che scarica sui lavoratori problemi propri

CISL TARANTO BRINDISI | FISTEL | -  Teleperformance, multinazionale leader nel settore dei call center, presente in Italia con due sedi a Taranto e a Roma, dichiara che la sede ionica rischia la chiusura a seguito di perdite pari a 4 milioni di euro da imputare fondamentalmente all’assenteismo dei suoi dipendenti e ad un insieme di fenomeni comunque correlati a lavoratori e a sindacati ma mai all’azienda stessa. Tutto questo dopo anni di utilizzo di ammortizzatori sociali, con una gestione coatta degli stessi immediatamente dopo le assunzioni avvenute del 2007, ammortizzatori che non hanno risolto la “crisi aziendale” e che sono stati sostituiti dall’applicazione di un accordo difficile che come FISTel-Cisl insieme alle altre organizzazioni sindacali di categoria, abbiamo sottoscritto al Ministero del Lavoro e che ha necessitato di un ulteriore e importante sforzo da parte dei lavoratori di rinuncia a parte del proprio salario e di accettazione di condizioni di massima flessibilità. A tutto ciò bisogna sommare le difficoltà con cui i lavoratori di Teleperformance Taranto sono stati costretti a convivere negli anni, tra una gestione del personale che si potrebbe riassumere in una parola “incoerente” e che ha visto tantissime situazioni di disagio nei rapporti con i lavoratori i quali, spesso, hanno dovuto subire la loro posizione di base della piramide in confronto a posizioni gerarchiche superiori. Contestualmente però, c’è l’altra faccia della medaglia e l’invidiabile storico dei premi qualità vinti dall’azienda – più giusto precisare, dai dipendenti dell’azienda – che paradossalmente il giorno dopo le dichiarazioni sull’assenteismo, porta a casa il premio qualità come miglior call center italiano per la compagna di energia elettrica Enel, l’ultimo di una serie di successi non indifferenti e maggiormente significativi se si pensa al livello medio della qualità offerto dai servizi di assistenza telefonica (inbound) in Italia e alle relative difficoltà con cui il settore deve convivere. Generalizzare, quindi, sulle condizioni di assenteismo dei lavoratori significa voler punire uno, dieci, venti, colpendone cento – 1.600 nel nostro caso – sicché dopo tutti questi anni, ributtare le colpe di un deficit economico sui lavoratori di Teleperformance è incredibile, pretestuoso e lascia trasparire da parte del management aziendale una mancata assunzione di responsabilità, la stessa che invece i lavoratori di Taranto hanno dimostrato di possedere, indipendentemente dalle innumerevoli mansioni eseguite e dalle campagne lavorative con cui si sono rapportati. In virtù di tutto questo e di tanto altro, i motti invocati dall’azienda nei corridoi e nelle postazioni lavorative, come ad esempio la professionalità, la passione, l’energia e l’integrità, paiono essere rispettati sempre e soltanto dagli stessi, dall’unico e vero pilastro di questa multinazionale, cioè dai lavoratori che sono la parte fondamentale di Teleperformance Italia e che, oggi come non mai, non hanno intenzione di patire un’ulteriore condizione di colpa che non appartiene loro. Riteniamo, infine, che l’intervento aziendale sull’assenteismo e sulle perdite economiche si intrecci inevitabilmente con la condizione di mancata retribuzione dell’elemento di garanzia per il 2014 - facente riferimento all’anno 2013 - e in merito a ciò ribadiamo ancora che un tavolo nazionale potrebbe, se fatto con proposte serie affrontate con oggettività, essere sicuramente la soluzione più congrua e corretta per i lavoratori di Teleperformance Taranto e di Roma.

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