Universitari in trasferta: Sicet Cisl di Puglia Basilicata, no agli affitti in nero; conviene a proprietari e studenti
Il sindacato inquilini rileva che dall’inizio della crisi economica si assiste al ritorno della ‘stanza in famiglia’
SICET | - Con l’imminente avvio dell’anno accademico 2014/15, si riapre il mercato delle offerte di posti letto, stanze e appartamenti per studenti; in gran parte in nero. A ricordare l’annosa pratica degli affitti irregolari in Puglia proposti alla popolazione universitaria, è il Sicet Cisl. Basta fare due passi tra le vie a ridosso delle zone universitarie per scoprire un ‘giro’ di annunci, alcuni scritti anche a penna e su foglietti di carta anonimi, appesi sui muri o sui pali dell’illuminazione cittadina, ma anche sulle bacheche degli atenei e sulle vetrine dei bar frequentati dai più giovani. Tutti pubblicizzano offerte invitanti di posti letto e di varie combinazioni. Quasi tutti, una volta chiamati i numeri telefonici in calce, propongono un ‘non contratto’, regolarmente in nero. Qualcuno invocando l’inutilità del documento ufficiale, qualcun altro facendo leva sulla convenienza economica rispetto al contratto regolare. Di solito il canone richiesto si aggira sui 250 € per una camera doppia e dai 300 ai 400 € per la singola, ma si tratta di una media che a secondo delle rifiniture o della mobilia può anche crescere di prezzo. “E’ un modello dal quale tenersi lontani – avverte il Segretario generale del Sicet interregionale, Paolo Cicerone – oltretutto osservare le procedure di legge sui contratti di locazione è conveniente per entrambi i contraenti: inquilini e proprietari”. Secondo il Sicet Cisl, la crisi ha fatto riemergere pratiche ormai dimenticate nelle offerte agli studenti quali quella della stanza in famiglia, anche se al momento risulta impossibile valutarne gli effetti perché spesso vi si accede attraverso canali che sfuggono ai controlli o grazie al passaparola. Agli studenti universitari in cerca di alloggi, il Sicet ricorda che il contratto di locazione va sempre redatto in forma scritta; che il canone di locazione è quello stabilito tra proprietari e OO.SS. degli inquilini stipulati in comune che prevedono agevolazione fiscali sia per i proprietari che per gli studenti; che gli studenti potranno detrarre una percentuale dei canoni pagati anche se il pagamento è effettuato dai genitori: che se i proprietari scelgono la tassazione ordinaria, il reddito percepito dall’affitto si assomma agli altri redditi e risulterà un imponibile del 66,5% dal 2013; che se il proprietario opta per la cedolare secca, il reddito del canone viene tassato al 10%; che nel contratto viene previsto un deposito cauzionale di importo da 1 a 3 mensilità produttivo degli interessi legali; che per poter usufruire della detrazione delle spese per il canone pagato dagli studenti è necessario che l’Università sia ubicata in un Comune distante almeno 100 Km dalla residenza dello studente. Infine se si sceglie la cedolare secca per la registrazione non si dovrà pagare nulla e se i contratti di locazione non vengono registrati nei termini di legge i proprietari sono sanzionati pesantemente. “Solo per fare un esempio – conclude Cicerone – e guardando esclusivamente al capoluogo regionale pugliese, l’offerta abitativa dedicata agli studenti si attesta a poco più di 5.000 posti letto a fronte di una popolazione studentesca proveniente da fuori provincia di circa 15 mila unità. Forse non tutto avranno un domicilio a Bari ma certo è che molti pagano in nero rinunciando ad un diritto contemplato dalla legge”. Anche nelle altre sedi universitarie pugliesi, in proporzione alla differente popolazione studentesca, si assiste a condizioni simili a quelle di Bari.