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Articolo 18 dello Statuto dei lavoratori: Colecchia, ma è davvero questo il problema del Paese?

Il Segretario della Cisl di Puglia Basilicata interviene sulle pagine del Quotidiano di Puglia: a rischio anche le pensioni


Articolo 18 dello Statuto dei lavoratori: Colecchia, ma è davvero questo il problema del Paese?

CISL PUGLIA - Ritorna la discussione ciclica, ideologica, sull’articolo 18, che continua a spaccare il Paese, spacciando il falso mito della “libertà di licenziare” quale panacea che sbloccherebbe le assunzioni nelle aziende. Ideologica tanto da parte di chi, sbagliando, non comprende che, per un naturale fenomeno evolutivo di adeguamento alla mutante realtà, la legislazione deve sempre cercare nuovi equilibri tra lavoro e impresa, tanto meglio se collaudati da una robusta e diffusa contrattazione; ma altrettanto ideologica da parte di coloro che tendono a darle un significato taumaturgico, miracoloso, mettendo in secondo piano, invece, fattori fondamentali come la semplificazione per fare un’impresa impresa, una giustizia veloce, la facilità e rapidità nell’accesso al credito, la creazioni di servizi per sostenere ed incentivare ricerca ed innovazione applicata alle aziende, la defiscalizzazione del lavoro crescente in funzione degli incrementi di produttività, percorsi di scolarizzazione e di formazione dei quali le imprese non siano spettattrici ma partecipi nel definire il prodotto finale (competenze). Nell’affrontare la modernizzazione della contrattazione il Governo fa un doppio errore. Da un lato, entra a gamba tesa sui temi delicati del lavoro, con proposte ancora una volta accademiche (come fu per la Fornero), ignorando il confronto con le parti sociali titolari della responsabilità di gestire poi quelle novità; dall’altra lo fa senza avere un’idea chiara di come le recenti modifiche all’articolo 18 ne abbiano già alleggerito l’incidenza nelle aziende. L’attacco di Renzi al sindacato, indistinto e dai tratti isterici, dopo aver fatto diventare slogan (diamo diritti a chi non ne ha) pre-elettorali alcune proposte serie che appartengono al sindacato confederale, nasconde la grande insicurezza di questo Governo nell’affrontare i problemi gravissimi che ha di fronte confrontandosi con i titolari della contrattazione. Ma, ancor più, temo che dietro questa sconsiderata rissa e nascoste dalla guerra riaperta sull’articolo 18 si celino altre e più gravi docce fredde per gli italiani. Solo qualche giorno fa il FMI invocava “un’azione radicale contro la disoccupazione” perché anche il 2014 per l’Italia sarà un anno di recessione, spingendosi in un giudizio di mera sufficienza verso il Job Act e, soprattutto, auspicando un intervento di contenimento del costo delle pensioni considerato troppo alto. Se il Governo, che sta annaspando tra carenza di risorse e strette di Brussel, invece di alleggerire la pressione fiscale sulle famiglie, ha nei propri programmi nuovi tagli alle pensioni, riceverà dal mondo del lavoro risposte sempre più forti.

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