Matera capitale europea della cultura: Colecchia, ora il Sud sappia fare davvero squadra
Intervento del Segretario generale interregionale sulle pagine della Gazzetta del Mezzogiorno; opportunità per Puglia e Basilicata
CISL PUGLIA - Oltre alla soddisfazione per il prestigioso riconoscimento di “capitale europea della cultura” si prospetta, per Matera, un ruolo che va al di là della pur auspicabile valorizzazione dei Sassi. Quando si dice ‘cultura’ si pensa immediatamente ad un aspetto di arricchimento sociale ed umano. Non meno importante è la potenziale ricaduta economica. Per Treccani “Il significato della paidea greca (cultura) è storicamente mutato, nel corso dei secoli, in connessione con i mutamenti intervenuti nella concezione della società e dei suoi valori” e il nostro Paese ha sovrapposto, nel tempo, una molteplicità di luoghi, scritti, risorse naturali, che hanno determinato ed ancora producono attività artistiche e scientifiche, manifestazioni spirituali e religiose di alto valore e di grande interesse collettivo ed individuale. Dai musei, i monumenti ed il consistente patrimonio archeologico, passando per i santuari fino alle incantevoli bellezze naturali, spesso collegate a manifestazioni di musica e spettacolo. Nonostante il grande richiamo turistico che queste ricchezze determinano, la spesa complessiva dello Stato nel 2011 non superava l’1,1% del suo bilancio contro il 2,2% della UE a 27, con un fatturato stimato dalla Banca d’Italia per il 2011 al 6,4% del PIL. Ed anche quella delle Regioni non brilla per attenzioni ed impegno nonostante i 3,6 M.di disponibili dalla programmazione dei fondi UE 207/13. Perfino la spesa procapite in cultura delle famiglie, poi, ci vede agli ultimi posti nelle graduatorie europee con un 7,3% che scende nelle regioni del sud al 5,7% rispetto ad una medi UE del 8,8%. Come dire, il Paese ha un potenziale di crescita – pepite d’oro dice il Ministro Franceschini - e non vuole o non sa valorizzarlo. Con buona pace dell’impatto positivo che avrebbe sugli aspetti economici e finanche su quelli di una maggiore coesione e motivazione sociale. Un bacino di lavoro che potrebbe, per tanti giovani, diventare una soddisfacente ed appassionante opportunità e che amplierebbe le occasioni d’impiego rispetto a settori oggi maturi o in gravi difficoltà, anche ampliando la monosettorialità della maggior parte dei sistemi produttivi territoriali (pensiamo a Taranto). In questa dimensione il Mezzogiorno avrebbe non poche carte da giocare se solo si riuscisse a superare la frammentazione del suo dispersivo regionalismo. Matera e Lecce sono solo le punte emergenti di un menù di immense bellezze e pregevoli capolavori presenti in Basilicata ed in Puglia, che aspettano solo di essere compresi e messi in relazione tra loro per divenire fruibili da un numero crescente di persone. La questione non sarà solo quella della destinazione delle risorse disponibili (circa 60 milioni), ma investirà la capacità di un territorio più vasto di partecipare ad un evento che scateni effetti moltiplicatori, che ampli le opportunità, che definisca reti d’interesse e di fruibilità.
La dichiarazione dei due sindaci, di Matera e di Lecce, favorevoli alla costruzione di comune percorso per valorizzare il riconoscimento della UE ad una città del sud, è, in questo senso, un segnale positivo ma non sufficiente se questa collaborazione non trovi altrettanto convinto sostegno da parte delle due Regioni.
Bisogna partire dall’evento per costruire una strategia che guardi oltre l’evento stesso. Matera, Capitale della cultura europea deve diventare innanzitutto Capitale della cultura meridionale e, in quanto anche Lecce è stata lodevolmente in campo, deve poter contare sulla collaborazione delle Istituzioni di entrambe le regioni per un progetto che veda coinvolti, in Basilicata ed in Puglia, tutti i Comuni, le forze economiche, gli enti, le Università, le associazioni religiose e quelle laiche, le banche, le fondazioni, e che vada dalla realizzazione o miglioramento dei collegamenti e delle comunicazioni alla costruzione di una comune “mappa dei giacimenti culturali”.
Se pure questo prestigioso riconoscimento, dopo il 2019, dovrà passare ad un’altra città europea, questi anni dovranno servire a costruire una più consapevole attenzione per gli aspetti intellettuali, civili ed economici soprattutto nel Mezzogiorno, dove i bacini culturali rappresentano il naturale sostegno e stimolo dell’industria del turismo e possono offrire nuove opportunità di lavoro. Sarà una maniera per avvicinare l’Europa al Mezzogiorno ma anche una grande opportunità perché i cittadini del sud si sentano più europei.
Giulio Colecchia – Segretario Generale CISL Puglia Basilicata
IN ALLEGATO LA PAGINA DELLA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO