Lavoratori dei Call Center: Caracciolo, Fistel Cisl; sciopero nazionale e notte bianca per chiedere garanzie
Il coordinatore Fistel Giovani della Cisl di Puglia Basilicata osserva: “E’ il Call Center che chiama, ma la politica non risponde”
CISL PUGLIA BASILICATA | FISTEL | - Lo scorso del 4 Giugno i call center di tutta Italia, anziché rispondere al telefono alle esigenze dei clienti, hanno deciso di far sentire la propria voce per rivendicare i propri diritti, quelli di sessantamila lavoratori oltre che un numero interminabile di co.co.pro. quei ‘precari’ di cui tutti conoscono la voce, ma nessuno riconosce diritti e dignità lavorativa. Dopo la grande adesione e riuscitissima manifestazione a Roma, il mondo politico e soprattutto il governo che immediatamente ha solidarizzato con l’iniziativa, ha spento i riflettori e la crisi imperversa su tanti Call Center a rischio di chiusura e perdita di posti di lavoro. Facciamo però una breve analisi, prendendo un estratto del comunicato stampa del 17 Ottobre 2014 firmato da Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil. “Quanto sta accadendo era stato previsto e preannunciato tanto che il Governo aveva avviato, nel mese di giugno, un tavolo di crisi per il settore. In tale occasione le Organizzazioni Sindacali avevano evidenziato come, l’errata trasposizione della Direttiva Europea 2001/23 sulla tutela dei lavoratori, con la mancata estensione delle tutele previste dall’ articolo 2112 del c.c. in occasione della successione o cambio di appalti ha creato in Italia un vuoto normativo che consente di creare crisi occupazionali esclusivamente per ridurre il salario dei lavoratori e ridurne i livelli di diritti […]Il Governo, in una prima fase, aveva ritenuto giuste le rivendicazioni sindacali nonché doveroso provare a dare una risposta ai lavoratori. Dopodiché, le pressioni esercitate dalla committenza che immaginiamo non esser mai state effettuate alla luce del sole, hanno portato il Governo a ritirarsi e non convocare più il tavolo sui Call Center che invece viene sbandierato nelle risposte alle interrogazioni parlamentari dal ministro di turno. Tutto ciò non è più sopportabile”.
E’ da qui che si riparte, dalla necessità di farsi sentire al cospetto di un Governo che non ascolta ciò che non è più ignorabile, ed è per questo che per il21 Novembre,le organizzazioni sindacali di categoria SLC-CGIL, FISTel-CISL e UILCOM UIL, dichiarano la seconda giornata di sciopero nazionale con manifestazione e notte bianca dei call center a Roma; ancora una volta qualsiasi tipo di servizio a cui si vorrà accedere, dall’ energia elettrica alla telefonia, all’ assistenza telefonica per i servizi pubblici, l’intera rete di assistenza call center d’Italia dovrà fermarsi e non rispondere alle esigenze continue di oltre sessanta milioni di cittadini italiani. Per chi ancora non l’avesse compreso, come per le catene di montaggio, dove ognuno svolge meticolosamente il proprio compito affinché il prodotto finale sia soddisfacente e risponda perfettamente alle costanti ed esigenti richieste del mercato – siderurgico, tessile o chimico non importa – anche la catena umana dei “problem solver” comunemente conosciuti come gli operatori di assistenza call center, si fermerà per far capire definitivamente al nostro Paese che nella macchina eternamente in movimento che produce economia, denaro, lavoro quindi Pil, ci sono anche decine di migliaia di operatori telefonici che gestiscono a qualsiasi ora innumerevoli problemi, facendo riferimento a specifiche formazioni su dinamiche complesse e avanzate destinate a loro grazie ad accordi tra call center e aziende in appalto (clienti). Più efficienza significa avere più rispetto per un sistema di lavoro che oggi subisce passivamente un mercato irregolare – a cui comunque è chiesto di fornire qualità e quantità – che allo stesso tempo reincarna l’essenza del vero precariato, condizione che il Governo Renzi non può più permettersi di ignorare, e il 21 Novembre l’Italia dei call center farà ancora sentire la propria voce non per aiutare il sistema economico italiano, ma per tutelare il futuro e la dignità del proprio lavoro.
IN ALLEGATO LA LOCANDINA DELL’INIZIATIVA