Il dicastero per il Mezzogiorno annunciato da Renzi è un segnale positivo se visto come legame per le regioni del Sud
Lo scrive il Segretario della Cisl di Puglia Basilicata nel suo intervento sulle pagine del Quotidiano di Puglia
CISL PUGLIA - Un Ministero per il Sud è sicuramente una buona notizia. Evidentemente è la messa in agenda, in maniera più specifica, di un tema che negli ultimi 20 anni è scomparso nelle nebbie di termini più generici ed onnicomprensivi di aree in difficoltà o depresse. Un importante segnale, quindi, di presa in carico, con tutto il peso delle responsabilità sociali ed economiche che comporta, della necessità di intervenire sulle condizioni strutturali della crisi del Paese partendo da quei territori che presentano evidenti ritardi o che, comunque, rallentano il processo di reazione alla crisi dell’intero sistema Italia. Detto questo, però, bisogna intendersi su quale politica, quali potenzialità, quali interventi le regioni del sud del paese oggi serva per colmare i divari. Il mezzogiorno oggi non è più quello degli anni 50 né quello dell’intervento straordinario che ha imperversato fino agli anni 90, tanto meno quello sostenuto delle partecipazioni statali. Dopo tre cicli di programmi europei (dal 1994 al 2013), pur con tutte le riserve ipotizzate sull’efficacia della loro spesa, il mezzogiorno ha assistito ad un ulteriore processo di differenziazione tra le regioni che renderebbe inefficaci le prospettive di successo di interventi calati dall’alto o, al contrario, lasciati alla esasperata spinta localista. Infrastrutture, aree e settori industriali, economie del mare, dell’ambiente, della cultura, oggi così diversamente presenti, hanno bisogno di essere collegati, connessi, necessitano più di piani nazionali che leghino le programmazioni regionali, per esprimere gli effetti positivi, moltiplicativi delle specifiche potenzialità. Bisogna, quindi, partire da un ripensamento delle necessità di una coesione che non può riguardare solo il mezzogiorno al suo interno, ma deve consolidare il legame delle regioni del sud con il resto del Paese. Non quindi un Ministero per i meridionali ma per quel sud che si sta mettendo in gioco, nonostante la crisi, e che ha solo bisogno di non essere ignorato.