Contrattazione: Bonanni, prossimo obiettivo: la partecipazione economica
CISL PUGLIA - La Cisl lancia la "fase 2" della contrattazione. Dopo gli accordi nazionali, il biennio 2010-2011 dovrà essere quello della contrattazione integrativa, aziendale e territoriale con i salari legati alla produttività e alla qualità. Fino ad immaginare l´ingresso dei lavoratori nel capitale delle proprie aziende. Sono queste le linee guida elaborate dal sindacato guidato da Raffaele Bonanni e presentate durante la conferenza nazionale sulla contrattazione in corso a Roma.
Secondo la Cisl, la contrattazione di secondo livello "può anche prevedere, mediante appositi piani finanziari, l´accesso dei lavoratori dipendenti al capitale delle aziende: in via diretta, tramite il conferimento a titolo gratuito o oneroso di azioni o quote di capitale sociale; in via indiretta, attraverso la destinazione collettiva di quote volontarie della retribuzione accessoria all´acquisto di azioni o di quote del capitale sociale gestite collettivamente tramite la costituzione di fondazioni o associazioni". Per la Cisl, dunque, la seconda metà dell´anno, ma soprattutto il 2011, saranno i periodi dello sviluppo della contrattazione di secondo livello. Il sindacato sollecita "un nuovo approccio culturale verso la contrattazione di secondo livello: non più un gap, ma un fattore di competitività per la possibilità di trovare soluzioni condivise e ´personalizzatè alle singole esigenze di impresa, di territorio, di contesto. Per valorizzare e riconoscere il valore della professionalità e della prestazione dei lavoratori nella costruzione della ricchezza. Una contrattazione - conclude la Cisl - che non si colloca più semplicemente a valle delle strategie di impresa, ma interagisce con esse (vedi Pomigliano)".
Alla luce di questa premessa, oggi e domani al Centro Congresso dell´Ergife, si riuniscono i mille delegati in rappresentanza del consiglio generale confederale e delle segreterie delle federazioni nazionali e regionali di categoria, praticamente tutto il gruppo dirigente che sarà impegnato nei prossimi mesi nella contrattazione aziendale e territoriale.
I lavori si svolgeranno in due commissioni distinte: la prima commissione si occuperà della contrattazione di secondo livello nel pubblico e nel privato; la seconda commissione discuterà di concertazione, welfare e fisco locale.
La crisi economica e le sue rilevanti conseguenze sociali soprattutto a carico dei giovani, di quanti perdono il lavoro, delle famiglie e degli anziani pongono la necessità di riprendere con maggiore vigore la discussione sullo sviluppo socio-economico, sulla crescita della produttività e sul recupero dei salari reali rispetto ai profitti.
Con le iniziative intraprese nei mesi scorsi la Cisl ha posto all´attenzione dei lavoratori, dei pensionati e dell´opinione pubblica la centralità del lavoro e della questione fiscale nella politica dei redditi e nello sviluppo del Paese.
Le riforme - auspicate - del fisco "centrale" e delle politiche sociali (con l´introduzione dei livelli essenziali dei diritti sociali), non possono prescindere da un´efficace azione locale, che parta dal territorio e che si sviluppi tramite i processi di concertazione locale con le Regioni e i Comuni e i processi di contrattazione aziendale o territoriale, nell´ottica del miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, trovando nel territorio le risposte più adeguate ai bisogni dei lavoratori, dei pensionati e delle loro famiglie in termini di sviluppo, di occupazione, di servizi, di controllo dei prezzi e delle tariffe e di una più equa distribuzione del carico fiscale complessivo.
E´ proprio in questa prospettiva che la Cisl ha rilanciato la sua azione nella concertazione delle politiche di welfare, fiscali e tariffarie, i bilanci locali, della fiscalità, dei servizi e delle tariffe sociali (a partire anche dalla stessa riforma dei servizi pubblici locali), nella convinzione che sono proprio le soluzioni territoriali quelle più efficaci in termini di risultati. La sommatoria di accordi territoriali conclusi, infatti, produce un deciso miglioramento delle condizioni di vita delle persone, non realizzabile con un unico intervento di carattere nazionale.
In caso contrario, il rischio è che i benefici eventualmente generati da una possibile riforma a livello centrale, vengano negativamente compensati a livello periferico. E´ quello, del resto, che è già accaduto in occasione degli interventi di riforma compiuti dai Governi precedenti.
In questo contesto le politiche contrattuali, sociali e fiscale diventano fattori rilevanti rispetto all´azione sindacale per migliorare le condizioni di vita e di lavoro.