Pulizie alla Cementir, intervento del Segretario della Fisascat, Antonio Arcadio
CISL TARANTO BRINDISI | FIST CISL - Dalla torre alta 100 metri, dove da giorni stazionano alcuni dei 18 ex dipendenti licenziati senz’appello da La Pulisan, azienda del subappalto pulizie industriali di Cementir Taranto, rischiano di sfracellarsi al suolo la solidarietà e la corresponsabilità sociale di una città e di un territorio che sembrano assuefatti all’ineluttabilità di crisi aziendali, di licenziamenti, di disperazioni di intere famiglie monoreddito alle quali, senza più il sostentamento economico legato al lavoro, viene meno anche il diritto ad una vita dignitosa. Per questo, come Fisascat Cisl abbiamo fatto nostra la rivendicazione di questo elementare diritto costituzionale, cioè il lavoro, avendo considerato e chiaramente argomentato su possibili soluzioni alternative ai licenziamenti, proponendo di applicare correttamente leggi e contratti che, però, le nostre controparti hanno di fatto ignorato. Ci siamo, finora, ritrovati contro La Pulisan, privatasi a cuor leggero di esperienze e di competenze ultra trentennali e, addirittura, particolarmente avversa si è mostrata la Cementir. Quest’ultima, dapprima ha ridotto i finanziamenti dell’appalto e poi fingendo di non avere ruolo neppure indiretto nelle sorti consequenziali dei 18 lavoratori ha disatteso le convocazioni del Prefetto e della Direzione territoriale del lavoro. Con tali premesse, siamo oggi costretti a sostenere con maggiore forza la lotta dei 18 padri di famiglia, che continuano a sfidare il caldo infernale di questi giorni e per due dei quali è stato necessario l’intervento di un’ambulanza per essere portati in Ospedale. E’ anche per questo che reiteriamo l’appello alle due Aziende in questione di tornare al tavolo delle trattative e contrattare tra di loro e a seguire con il sindacato soluzioni soddisfacenti per tutti, come l’ipotesi di rivalutazione del canone di appalto per salvaguardare l’occupazione di quanti più lavoratori possibile ed eventualmente l’incentivazione all’esodo di chi si trova nelle condizioni di potervi accedere. Taranto e il suo territorio non siano mai terreno di conquista per alcuno ma si confermino luoghi dove il dialogo e la solidarietà sociale possano far premio su tutto e dove la ricerca delle soluzioni ottimali non lascino mai nessuno per strada.