Da Bari le Rsu di Cisl, Cgil, Uil chiedono al governo il #ContrattoSubito. Così non si cambia, si tira a campare
Sala gremita da oltre 500 partecipanti: siamo colpiti da una spending review a senso unico
FP | - “Io lavoro per il mio Paese e amo farlo”. E’ questo il messaggio che le Rsu della Pubblica Amministrazione del sud, riunite a Bari alla terza mobilitazione nazionale dopo quelle di Milano e Roma, lanciano a gran voce mentre ci si prepara a prendere posto nella sala dell’hotel Excelsior. Stretti tra le 500 poltrone previste, risultate insufficienti tanta è la voglia di esserci, i lavoratori ascoltano l’apertura del lavori affidati al Segretario nazionale della Cisl Fp, Giovanni Faverin. Tra loro Roberto Aprile, rappresentante sindacale della Cisl all’Agenzia delle Entrate – Territorio di Brindisi, al suo secondo mandato. Lui ha 40 anni e scherzando dice “rappresento un giovane, vista l’età media in ufficio, ma mi viene rabbia quando mi assale la sensazione che il Governo stia agendo solo sui dati numerici, che rimangono imprescindibili ma non sono la vera essenza per la soluzione dei problemi della PA. Perché i numeri – osserva Roberto – camminano sulle gambe delle persone. E’ la contrattazione di II livello la strada per la riorganizzazione, non i tagli con il bisturi dopo l’analisi dei dati”. Il malcontento per la spending review a senso unico che si è consumata negli ultimi anni nel comparto del lavoro pubblico è particolarmente percepita nel mezzogiorno dove sono più numerose le famiglie monoreddito rispetto al resto del paese. “Sono gli sprechi a limitare le risorse disponibili – incalza una Rsu arrivata dalla Campania durante il proprio intervento – che potrebbero riequilibrare il ‘gap salariare’ tra dipendenti e dirigenti. Una battaglia che la Cisl porta avanti da tempo”. Non c’è stato un reale cambio di rotta, secondo quanto espresso dagli interventi dal palco di Bari, ma solo annunci e blocco dei contratti. All’unisono è stato chiesto di individuare i centri di spesa superflua e migliorare i servizi. Di andare oltre certi steccati tenendo presente che i servizi al pubblico stanno cambiando grazie alla tecnologia e alla sempre maggiore digitalizzazione. Ecco l’attenzione che chiedono i lavoratori lasciati nell’attesa dopo i sacrifici. “Non avere prospettive certe è demotivante – osserva il Segretario della Fp Cisl di Puglia Basilicata, Enzo Lezzi –. Così non si cambia. Così si tira a campare”. Il blocco dei contratti ha dato l’ulteriore schiaffo a chi del lavoro nella sanità pubblica ha fatto la propria ragione di vita. Pietro Caprioli, coordinatore Rsu Arpa Puglia (agenzia regionale per le prevenzione e la protezione dell’ambiente) ha 42 anni e crede possibile “una Pubblica amministrazione che mette al centro il lavoratore come una risorsa piuttosto che simile ad un numero. Bisognerebbe concentrarsi sulla stabilizzazione del personale precario e sui diritti dei lavoratori con contratti non stabili. L’affluenza in Arpa all’ultimo rinnovo delle Rsu che ha superato il 90% dimostra il desiderio di partecipazione. Evidenzia che c’è voglia di sindacato”. Partecipare alla vita dell’azienda o degli enti vuol dire contribuire al miglioramento della qualità della vita e dei servizi. Valorizzare il dipendente non è solo una declinazione dei suoi diritti, ma renderlo parte dell’ingranaggio, uno dei gangli fondamentali per la vita stessa dell’azienda o dell’ente. In questi anni, invece, il precariato l’ha fatta da padrone in tutti i comparti della Pa. Ci sono uffici, statali e parastatali, che devono al personale precario il loro funzionamento. E se sono trentenni la sfiducia sul futuro pesa come un macigno. “Incontrare nei corridoi della Provincia un trentenne precario che ti parla del desiderio di sposarsi, desiderio spento dalla rassegnazione per un futuro incerto, è di una tristezza profonda” bisbiglia Laura ad una collega seduta accanto a lei. La terza giornata di mobilitazione, la partecipazione e i richiami di Faverin elettrizzano la platea: “Dopo 20 anni di chiacchiere e di finti cambiamenti è finita la fiera degli appalti al ribasso. Ora il Governo non può più rimuovere quanto hanno da dire i lavoratori della amministrazione pubblica. Deve fermarsi e ascoltarvi”.