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#CislperilSud: dai Governatori a Confindustria unanime appello dal convegno di Bari, fronte comune per rimuovere gli ostacoli

Invito della Segretaria Furlan a lavorare insieme, ma 'dal Governo sul Mezzogiorno ci aspettavamo di più'


#CislperilSud: dai Governatori a Confindustria unanime appello dal convegno di Bari, fronte comune per rimuovere gli ostacoli

CISL PUGLIA - “Senza il Sud, l’Italia tutta non riparte”. Giuseppe Farina apre così il dibattito ‘Ripartire dal Mezzogiorno per far crescere il Paese’. Il saluto del Segretario della Cisl Puglia Basilicata, Giulio Colecchia aveva richiamato le amministrazioni regionali “attraverso un dialogo franco, intenso e continuo ed una programmazione comune” alla “definizione di un disegno armonico dei loro territori e la realizzazione di iniziative di valorizzazione delle risorse locali”. Le buone notizie sulla ripresa italiana devono essere registrate con cautela. Perché siamo di fronte ad una crescita imperfetta, determinata in gran parte da fattori esterni. Questo non vuol dire che il Sud per ripartire necessiti di un Piano Marshall ma necessita di investimenti pubblici e privati e buona politica. Una politica nazionale e locale, seria e competente che si ponga tre obiettivi cruciali: sostenere attività economiche e filiere produttive d’eccellenza; rendere più competitivi e attrattivi i territori agli investimenti nazionali ed esteri; ridurre l’area del disagio sociale e delle crescenti povertà. Per raggiungere questi obiettivi la Cisl fa cinque proposte partendo da quella di migliorare la capacità di spesa dei fondi europei. La Cisl è “convinta della necessità di individuare un percorso omogeneo” per superare le criticità che hanno determinato la condizione di stallo nella spesa dei fondi strutturali, dice Lina Lucci, Segretario generale della Cisl Campania e coordinatrice per il Mezzogiorno. È improcrastinabile lavorare per “rimuovere ogni ostacolo che si frappone alla realizzazione degli investimenti finanziati attraverso i fondi strutturali” ed è quindi “necessario verificare la correttezza delle procedure, il rispetto della tempistica delle varie fasi che determinano quella spesa”, non limitandosi alla denuncia della mancata spesa, ma indagando le cause del ritardo o della mancata spesa. Bisogna chiarire “una volta e per tutte la separazione dei ruoli. Il ruolo dei soggetti programmatori della spesa, le regioni, da quello dei soggetti attuatori, ossia coloro che sono destinatari di quelle risorse”. La Cisl è pronta a presentare all'Assemblea Organizzativa un piano di lavoro per intervenire sui soggetti attuatori, per impedire di penalizzare le collettività locali due volte: per la perdita di posti di lavoro e di competitività e per la continua sottrazione di quelle risorse da parte dei governi nazionali. “L’ obiettivo non è demolire”, ma accompagnare e supportare i singoli soggetti attuatori. Non meno sfidanti le altre proposte della Cisl indicate da Giuseppe Farina: infrastrutture e collegamenti adeguati; fiscalità di vantaggio; politiche industriali per la competitività e legalità. Gli interventi che hanno animato un inteso dibattito, hanno messo in evidenza molte convergenze. A cominciare da quelle sulla necessità di investimenti pubblici e privati e sulla governance dei fondi strutturali, condivisa da Confindustria. Alessandro Laterza ha inoltre interrogato il Sottosegretario De Vincenti sulla reale centralità dei problemi del Mezzogiorno nell’agenda del Governo. La presenza del Sottosegretario è, per De Vincenti segno dell’attenzione del Governo verso il Sud. Di un Governo che ha messo al centro della sua agenda il Sud attraverso il Masterplan e con una finanziaria espansiva nella quale non è prevista una fiscalità di vantaggio (specifica) per il Sud ma c’è una fiscalità di vantaggio per tutti. Solo quando tutto il paese cresce è il momento in cui il divario nord-sud può diminuire, secondo De Vincenti. Il Sottosegretario è incalzato dal Governatore Emiliano che auspicando un coordinamento delle regioni del Sud per affrontare insieme e meglio i problemi, ammonisce le stesse regioni a non stare solo in difesa. Se si vuole colmare il delta mostruoso che divide il sud dal nord bisogna anche attaccare. E chiede a De Vincenti: perché mai si dovrebbe investire al Sud se alle medesime condizioni di vantaggio si può investire dove non c’è la mafia, dove le infrastrutture sono migliori? La fiscalità se è di vantaggio ovunque, avvantaggia le aree più sviluppate. “Sulla fiscalità di vantaggio l’Europa è sempre stata concorde” incalza Annamaria Furlan nelle sue conclusioni e ribadisce: tutto ciò che è investimento in crescita deve uscire dal patto di stabilità. “Bisogna cambiare lo statuto economico di questa Europa, il Fiscal Compact” e l’Italia deve passare da una contrattazione anno per anno su elementi di flessibilità ad essere protagonista nella ridefinizione di questo statuto economico. Nelle parole della Segretaria Generale anche qualche richiamo al Governo: “per il Sud, dopo tanti annunci ci aspettavamo di più, ci aspettavamo l’inserimento del credito d’imposta e che la decontribuzione sulle assunzioni per il sud fosse al 100%”.  La cabina di regia, il confronto permanente che la Cisl chiede sulla crescita e sullo sviluppo deve avere una risposta semplice e chiara. È il momento di pensare ad una politica nuova per il Sud e quale migliore cornice per avviare questa riflessione se non quella della Conferenza nella quale la Cisl nuova si riorganizza. Un progetto sullo sviluppo del paese e sullo sviluppo del Sud deve chiamare tutti i soggetti ad individuare le priorità. “Il fare insieme” con parti sociali forti vale per il governo nazionale ma anche per quelli locali, e questi ultimi in particolare devono vigilare sulle risorse che devono essere spese bene e, per farlo, è indispensabile individuare obiettivi e priorità. Questa è la chiave di volta in modo particolare per le regioni del Sud. Insieme si possono trovare elementi di competitività ed elaborare un progetto di promozione per il Sud e di legalità, tema di cui si sente parlare troppo poco in un paese le cui grandi opere sono, tutt’ora, bloccate da infiltrazioni mafiose. Una grande alleanza tra soggetti istituzionali e sociali per un tessuto di legalità che aiuti ad investire. Conclude la Furlan: “abbiamo invitato tutti a partecipare ad un convegno, ma vogliamo invitarvi tutti a molto di più: a lavorare insieme”.
A cura degli Uffici Stampa Usi e Cisl Taranto Brindisi

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