Sit in del CePa a Taranto contro i tagli ai fondi patronati
CISL TARANTO BRINDISI | INAS | - Come in tantissime altre città d’Italia, anche a Taranto stamani presso la sede dell’Inps sita in via Golfo di Taranto gli operatori del Ce. Pa (Acli, Inas Cisl, Inca Cgil e Ital Uil) hanno tenuto un sit in di protesta contro i tagli al fondo Patronati previsti dalla Legge di stabilità. Tagli per 28 milioni con riduzione sia dell’aliquota contributiva che lo alimenta sia dell’acconto sull’attività già realizzata che, se approvati, metterebbero in ginocchio l’esistenza stessa dei Patronati i quali già scontano il taglio strutturale di 35 milioni ,avvenuto lo scorso anno, arrivando a registrare dal 2015 in poi un totale annuo di riduzione di risorse per 63 milioni che renderebbero oltremodo difficoltoso l’accesso alla tutela previdenziale e socio-assistenziale gratuita ai cittadini. Eppure, sono stati oltre 12 milioni i cittadini che nell’ultimo anno si sono rivolti ai Patronati Acli, Inas Cisl, Inca Cgil e Ital Uil ed è enorme la preoccupazione di non poter più garantire i servizi e di mettere in discussione migliaia di posti di lavoro. Mentre il Governo sembra sottovalutare questa realtà, gli operatori coinvolti in prima persona in un lavoro che è orientato all’ascolto, alla solidarietà e al servizio hanno ricordato ancora una volta al Parlamento e insieme con un volantinaggio anche ai cittadini l’enorme valore dell’azione dei Patronati per la tenuta del sistema sociale italiano. In questi giorni la Camera dei Deputati è chiamata a esaminare la Legge di Stabilità e gli operatori del Ce.Pa di Taranto in una lettera indirizzata ai Parlamentari ionici hanno ricordato, tra l’altro, che appena un anno fa ben 1 milione e 180 mila cittadini sottoscrissero la petizione per far abbattere i tagli, inoltre che il sistema dei Patronati è messo a rischio dal ritardo con cui il Ministero del Lavoro conclude le attività ispettive (ferme al 2012) e, non per ultimo, che non esistono ancora garanzie sul tempestivo pagamento delle integrazioni ai rimborsi dovuti per gli anni 2012 e 2013. Per quanto sopra si è chiesto ai Parlamentari ionici di andare oltre i semplici attestati di solidarietà e al Governo di sopprimere definitivamente la norma che prevede i tagli suddetti anche alla luce degli interventi operati in precedenza, così evitando di mettere una pietra tombale sul diritto alla tutela gratuita, di chiudere definitivamente molti sportelli e di sopprimere un servizio a danno dei cittadini e del loro diritto alla tutela previdenziale e socio assistenziale.