Cambiare le pensioni e dare lavoro ai giovani: da Bari gli attivi interregionali di quadri e delegati del Sud
Colecchia, argomento che dilaga e che unisce nell’interesse sia le nuove generazioni che i pensionati
CISL PUGLIA - Il teatro Team di Bari colmo, come prevedibile, oltre ogni misura. Di giovani delegati e gente del Sud stanca di non potere andare in pensione e, nel caso delle nuove generazioni, preoccupata di rimanere fuori dal sistema previdenziale che, così come regolato, non promette nulla di buono. Dal palco i saluti del Segretario generale della Cisl Puglia Basilicata, Giulio Colecchia, scaldano gli animi: “se c’è un argomento che dilaga e che unisce nell’interesse tutti coloro che un lavoro ce l’hanno e quelli che lo cercano, è quello delle pensioni. In un contesto così incapace di favorire la crescita – aggiunge – non si fa altro che attendere passivamente che la crisi passi, consumando le speranze di milioni di giovani di trovare un lavoro dignitoso e smontando quelle di lavoratrici e lavoratori di superare il baratro della crisi con la certezza di una pensione che basti a sopravvivere”. Dalla platea, e dagli interventi dei delegati dal palco, il sentimento è univoco. Ci sono i nonni che vorrebbero fare di più per le famiglie fiaccate dalla peggiore crisi economica degli ultimi decenni ma anche chi vorrebbe, un domani, diventare nonno con le stesse prerogative, e le stesse pensioni, che permettono una vecchiaia serena. “Sventolare come un drappo rosso di fronte al toro che i pensionati, oggi, rubano il futuro dei più giovani – osserva il delegato della Cisl Università Calabria, Fiore Madeo – serve a sviare l’opinione pubblica dalla realtà dei fatti”. Il pubblico applaude e annuisce: è un problema comune. D’altro canto Roberto Calienno della Cisl Scuola Puglia Basilicata ricorda le difficoltà di chi lavora a stretto contatto con il nostro futuro. Bambini e adolescenti alle prese con la loro formazione che subiscono le scelte discutibili degli ultimi governi. “Non smetteremo mai di dire – dice Calienno – che un Paese avanzato deve considerare la scuola un investimento e deve tutelare chi opera nella scuola italiana. Serve personale giovane adatto a interagire con i nativi digitali in grado di utilizzare tecnologie innovative e futuristiche in grado di guardare alle generazioni multietniche”. La legge non ha ancora risolto questi problemi, ci sono troppi insegnanti precari giovani mentre l’età media degli insegnanti a ruolo è superiore ai 50 anni. "Con la giornata di oggi – ricorda il Segretario confederale Luigi Sbarra a margine della mobilitazione a Bari – la Cisl e tutto il sindacato confederale chiede al governo di aprire urgentemente un confronto per modificare l’attuale disciplina sulle pensioni e affrontare le questioni degli esodati, del lavoro usurante e faticoso, della previdenza complementare e integrativa per i giovani, di nuove e più eque misure di flessibilità di uscita dal mercato del lavoro. Vogliamo poi lanciare un messaggio forte e chiaro per una fiscalità più giusta, che difenda le pensioni in essere, e in particolare quelle medie e popolari, colpite negli ultimi anni da politiche scellerate che ne hanno compresso drammaticamente il potere d'acquisto, con danni per tutta l'economia nazionale". Il messaggio è chiaro e viene rilanciato anche dagli interventi di Vera Lamonica della Cgil e del Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. Mentre dalle manifestazioni di Firenze e Torino arrivano echi dai social network delle tre sigle sindacali, i delegati più giovani arrivati a Bari dalle regioni del Mezzogiorno si interrogano: “assistiamo, giorno dopo giorno, alla precarizzazione del nostro lavoro – quando lo troviamo – senza alcuna sicurezza sul nostro futuro. E qualcuno ha avuto anche l’ardire di chiamarci bamboccioni”.