Sanità: Gemma, tra ausili nei sottoscala e ferite inferte dal Piano di riordino
CISL TARANTO BRINDISI | FP | -
Il Segretario generale della Cisl Fp di Taranto Brindisi, in una nota, fa il punto su quanto sta accadendo nei Distretti delle Asl e, più in generale, alla sanità pugliese. “In questo marasma che attraversa la sanità della Puglia, tra Piano di riordino impostato solo sui numeri e dimentico del fabbisogno di salute, la ASL “dimentica” a sua volta gli ausili negli scantinati” scrive in una nota il sindacalista. “Una montagna di protesi e ausili, nei sottoscala dei Distretti della ASL, migliaia di girelli, carrozzelle, aspiratori, materassi, triangoli solleva pazienti ecc. seminuovi in alcuni casi. La ASL autorizza nuovi acquisti ma dimentica di verificarne, quando avvengono le cessazioni degli ausili (in caso di avvenuta riabilitazione oppure di decesso), il loro utilizzo. Gran parte di protesi e strumenti non rientra nei depositi ASL e i pezzi riacquisiti finiscono nel sottoscala. Basterebbe, il più delle volte, semplicemente ripulirli. E invece si destinano all’ammasso. Tutto questo mentre nel Pronto Soccorso, così come in molti reparti, sfilano carrozzine con ruote sbilenche e plastica logora, girelli claudicanti, treppiedi spuntati. È un film da vergogna! Il mancato riciclaggio incide per diversi milioni sui bilanci dell’Azienda destinata alla cura del fabbisogno primario, la salute e, in questo particolare momento storico, “tralasciare” qualche milione di euro costituisce una vergogna! Quando si chiudono gli Ospedali perché non si può assumere il personale, non si può acquistare nuova tecnologia, non pensare che un semplice ricondizionamento e un’apposita sanificazione possa far risparmiare economie tali da permettere un’adeguata assistenza sanitaria, apre sempre di più le ferite inferte dal Piano di riordino! Basterebbe che l’Assessorato alle politiche sanitarie della regione Puglia dedicasse una piccola parte del suo prezioso tempo a normare la questione; sarebbe sufficiente disciplinare la cessione in comodato dei dispositivi summenzionati, per “ricavare” ingenti economie di gestione! Anche questi sono numeri sui quali fare affidamento, non solo quelli che prevedono la chiusura degli Ospedali! Una dimenticanza che incide sulle tasche dei cittadini per montagne di soldi e tale condizione favorisce solo lobby di potere interessate alla produzione e vendita alle ASL con prezzi esageratamente più alti che se all’acquisto fosse deputato il singolo cittadino. Basterebbe verificare il nomenclatore tariffario delle protesi, per comprendere come il “ricarico” esercitato verso l’Azienda pubblica sia esoso: l’acquisto di una carrozzina munita di unità posturale al cittadino costa 4.200 euro Iva inclusa, mentre il costo per le Asl è di 4.722,19 più Iva al 4%; il deambulatore pieghevole regolabile in altezza con due ruote e due puntali, al cittadino costa 120 euro e alle Asl 173,86 più Iva (Gazzetta ufficiale Decreto 27 Agosto 1999, n. 332). A fronte di tutto questo, quale atteggiamento persegue la Regione Puglia? Chiude gli Ospedali, manda in frantumi un Servizio Sanitario che con tutti i suoi limiti intercettava le esigenze della popolazione dei deboli, di chi non può accedere ai servizi di eccellenza, di chi si trova nell’impossibilità ad accedere ai servizi di viabilità, altra nota dolens della Regione, di chi avrebbe bisogno di umanità; condizione questa persa nelle slide di presentazione del Piano di riordino in una Puglia che, per secoli, è stata terra di accoglienza ma anche di conquista, così come accade in questo momento di occupazione bocconiana”.