Sanità: Lacorte, come distruggere i Lea in terra di Brindisi
CISL TARANTO BRINDISI | FP | -
“Il piano di riordino ‘avrebbe’ previsto un’organizzazione sanitaria impostata, soprattutto, sulla medicina territoriale, articolazione questa che ha come cardine esistente nel territorio le Residenze per anziani, Residenze Sanitarie Assistenziali, Residenze protette, case di riposo, comunità alloggio, case albergo, case soggiorno per anziani, case vacanze per anziani, servizi territoriali per la salute mentale, ecc. ecc”. Così il responsabile Sanità della Cisl Fp di Taranto Brindisi, Giuseppe Lacorte, in una nota inviata alla stampa sul riordino ospedaliero. “Tutto questo va nella direzione dei più deboli, di chi ha bisogno di assistenza continua, di chi non ha la possibilità di farsi assistere presso la propria abitazione; tutto giusto se non fosse che la ASL ‘dimentica’ di riconoscere, alle cooperative che si occupano di tutto questo, le rette di pagamento per le prestazioni rese. Questa condizione determina un contraddizione: chi è delegato ad assistere i più deboli diventa lui stesso debole perché non percependo lo stipendio da mesi non è in condizione di soddisfare le richieste basilari che pervengono dalla propria famiglia. Non percepire lo stipendio per una famiglia monoreddito, per mesi, significa ridurre quella famiglia sul lastrico, significa mutare la condizione di quella famiglia da ‘normale’ ad indigente, significa mortificare chi, con spirito di abnegazione, si dedica ai più deboli ricoprendo lui stesso quella condizione. Tutto questo non è accettabile; questo lassismo da parte dell’ente appaltante, dell’azienda deputata a fornire salute, a soddisfare il bisogno primario non è tollerabile! Se a tutto questo si aggiunge che, all’interno del territorio che gestisce l’assistenza esistono dei privilegiati, chi ha l’accreditamento ‘a vita’ è in contrapposizione con chi ha l’accreditamento subordinato al singolo utente, si comprende che chi gestisce (e chi ci lavora) i servizi in ‘bilico’ vive in una condizione di estremo disagio. Chi non ha l’accreditamento istituzionale è, inesorabilmente, destinato alla chiusura, determinando così una carenza di assistenza significativa, di perdita di posti di lavoro, di discriminazione tra gli utenti (si vedranno costretti ad emigrare verso altre province che, non si ben comprende il perché, hanno la possibilità illimitata di accogliere utenti mentre la Asl Br contingenta i posti). Ricordando che il SSN è un sistema pubblico di carattere universalistico, cioè che garantisce l’assistenza sanitaria a tutti i cittadini (tutti i cittadini sono uguali e godono di uguali diritti),si invita il management della Asl a porre rimedio a queste storture che determinano la caduta dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e incide in maniera negativa sulla vita di centinaia e centinaia di persone (utenti, operatori, famigliari dei primi e dei secondi) coinvolte sia direttamente che indirettamente”.