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Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil: sit-in nei pressi di Confindustria di Lecce per il rinnovo del Contratto


Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil: sit-in nei pressi di Confindustria di Lecce per il rinnovo del Contratto

CISL LECCE | FIM | -

Le segreterie provinciali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil di Lecce con i rispettivi segretari generali Maurizio Longo, Annarita Morea e Piero Fioretti insieme con i lavoratori aderiscono allo sciopero nazionale che si terrà venerdì 22 luglio in tutte le regioni italiane per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro.  A Lecce è previsto un sit-in dalle ore 9 nei pressi di Confindustria. “Le ragioni della protesta – hanno spiegato i segretari generali Longo Morea e Fioretti – riguardano la necessità di procedere ad un rinnovo che qualifichi e rafforzi il ruolo del contratto nazionale quale strumento che: garantisca il potere d’acquisto del salario per tutti i metalmeccanici; estenda la contrattazione di secondo livello (aziendale e territoriale) su tutti gli aspetti che compongono la prestazione lavorativa; qualifichi le relazioni industriali su un moderno sistema partecipativo, faccia ripartire gli investimenti e rilanci una vera politica industriale; migliori l’organizzazione del lavoro e tuteli le condizioni, tutte le forme di lavoro e l’occupazione; introduca nuovi diritti di formazione, welfare, partecipazione e valorizzazione delle professionalità all’interno di un nuovo sistema di inquadramento professionale nei metalmeccanici fermo al 1973”. Nei giorni scorsi i tre sindacati di categoria hanno inviato, inoltre, una lettera ai parlamentari salentini chiedendo loro di fissare un incontro per illustrare loro le criticità del settore metalmeccanico. “Per superare le problematiche del settore – spiegano Longo Morea e Fioretti nella lettera indirizzata alle forze politiche – bisogna partire dalla vertenza aperta da oltre 7 mesi con Federmeccanica per costruire un rinnovo che riguarda oltre 1.600.000 lavoratrici e lavoratori metalmeccanici, che operano nei vari settori industriali e dell’installazione di impianti. Ben 15 incontri di trattativa non hanno, fino ad ora, permesso di sbloccare una situazione che vede Federmeccanica ancora ferma su una proposta avanzata lo scorso 22 Dicembre 2015”. “Si tratta di una proposta – proseguono Longo Morea e Fioretti – che giudichiamo non accettabile perché esclude il 95% dei metalmeccanici dagli aumenti salariali del contratto nazionale, aumenta gli orari di lavoro, esclude dai diritti e dalle tutele le nuove forme di lavoro e tutti i lavoratori degli appalti, contrappone il contratto nazionale alla contrattazione svolta in azienda, mettendo così in discussione il sistema contrattuale del nostro paese, fondato su 2 livelli di contrattazione: nazionale, aziendale e/o territoriale. Una proposta che non apre nessuno spazio alla contrattazione decentrata e amplia solo la possibilità di erogare quote di salario unilaterale e discrezionale. Il nostro paese ha i salari più bassi d’Europa e una scarsa incidenza del salario nel costo del lavoro per unità di prodotto. Ciò a significare che la scarsa competitività risiede negli scarsi investimenti e in nodi strutturali di sistema”.

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