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PIANO DI RIORDINO OSPEDALIERO: LETTERA APERTA AL GOVERNATORE DI CISL PUGLIA BASILICATA E CISL FP

DISTONIE TRA GLI ANNUNCI E LE DECISIONI ‘IN SOLITUDINE’ PERCHÉ MANCA UN CONFRONTO VERO


PIANO DI RIORDINO OSPEDALIERO: LETTERA APERTA AL GOVERNATORE DI CISL PUGLIA BASILICATA E CISL FP

CISL PUGLIA BASILICATA | FP | -

“Egregio Presidente, la Cisl di Puglia Basilicata e la Cisl Fp di Puglia Basilicata apprendono dalla stampa e da indiscrezioni più o meno ufficiali, le comprensibili divergenze, politiche e sociali, in materia di riordino sanitario che, in queste ore, si stanno palesando e moltiplicando su più fronti nella nostra regione”. Comincia così la lettera inviata oggi al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dai Segretari generali Daniela Fumarola ed Enzo Lezzi sulla delicata vicenda del Piano di riordino sanitario. I sindacalisti fanno notare al Governatore che “al di là della necessità di un confronto e di un dibattitto sulle decisioni da assumere in un così delicato ed importante contesto, sia per i professionisti della sanità che per i cittadini pugliesi, attraverso un confronto ‘vero’, non di facciata, che più volte abbiamo sollecitato per far fronte alle ormai note problematiche legate alle politiche socio-sanitarie della Puglia, Le chiediamo quindi, Sig. Presidente,  quanto ci sia ancor di concreto nella Sua dichiarata disponibilità, insieme a  quella del suo Direttore Generale Dottor Giovanni Gorgoni, di tenere con le parti sociali un dialogo costruttivo che possa consentire un lavoro di sintesi, prima del faccia a faccia tra Regione Puglia e Ministeri competenti, per la definitiva approvazione del Piano di Riordino e del conseguente Programma Operativo, con la indicazione dei Piani di Rientro dei diversi Ospedali pugliesi, coerentemente con le scelte concordate proprio con i Ministeri della Salute e dell’Economia e Finanze. Avendo già, in passato, denunciato l’atteggiamento quanto meno discutibile e strumentale tenuto dalla tecno struttura dell'Assessorato alla Sanità riguardo alle modalità di superamento delle criticità che si stanno incontrando, ci si chiede, allora, quanto questo Governo Regionale ritenga ancora fondamentale analizzare ed approfondire le elaborazioni che, per esempio, la nostra Organizzazione ha provveduto a predisporre, attraverso la creazione di veri e proprio osservatori territoriali della CISL sulle politiche socio-sanitarie, se poi, nei fatti, si ritiene superfluo qualsivoglia incontro con i rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori dei comparti coinvolti. E tutto questo nonostante la disponibilità, che più volte abbiamo avuto modo di dimostrare e testimoniare, partecipando, per quanto ci riguarda, come Cisl, al  dibattito, su un tema così sensibile, con responsabilità, con spirito di  leale e proficua collaborazione con la Dirigenza Territoriale e Regionale impegnata sulla programmazione delle politiche della Salute dei nostri territori, senza mancare di dare risalto e segnalarle le negative prassi, che si stanno consolidando, attraverso l’assunzione di decisioni non partecipate, ne condivise, che inevitabilmente degenerano in conflitti e in ulteriori criticità (stiamo ancora aspettando, per esempio, l'incontro che il Dott. Gorgoni aveva annunciato nell'ultima riunione dello scorso mese di Luglio per proseguire la discussione sul Piano di Emergenza Urgenza e discutere della individuazione e riconversione dei Punti di Primo Intervento con un numero di accessi inferiori a 6000 annui in PPT gestiti dal 118, con la conseguente ridistribuzione del personale che si rende disponibile per effetto di detta riconversione; e mentre le OO.SS. attendono di discuterne sul fantomatico tavolo assessorile, le decisioni su questa vicenda vengono assunte, scatenando immaginabili contrasti e polemiche). Per queste ragioni Sig. Presidente si è dell'avviso che malgrado le Sue più ottimistiche e recenti dichiarazioni, siamo, invece, ancora troppo lontani dall’individuare un razionale, moderno e capillare sistema, uniforme ed integrato sull’intero livello regionale, cosi come ancora un miraggio sono le azioni di sistema regionale per affrontare seriamente la gravissima carenza di personale (bisogna accelerare senza indugi la conclusione del Concorso unico Regionale per l'assunzione degli infermieri e far sì che le Direzioni Generali delle Asl avviino subito le procedure di reclutamento per coprire i nuovi posti appena autorizzati dalla Giunta Regionale), per giungere alle gare centralizzate (dalle dichiarazioni della prima ora sulla Centrale Unica degli Acquisti è passato invano oltre un anno!!!!), per gli interventi per la riduzione della spesa farmaceutica, per l'avvento della telemedicina, eccetera, per non parlare degli investimenti per l'innovazione del parco tecnologico ed informatico, necessari per il  dialogo tra ‘reti’ (rete emergenza-urgenza, rete ospedaliera e rete territoriale), per l’accessibilità e la presa in carico, che dovrebbero diventare integrati e cooperanti al fine di garantire omogeneità e continuità di assistenza sull’intero territorio regionale. In sintesi, Egregio Presidente, si ritiene, invece, che sia quanto mai opportuna, in questa fase,  la identificazione di un ‘modello sanitario pugliese’, davvero partecipato e condiviso, anziché di quanto è stato elaborato solo sulla base di "modelli" tecnico-matematici (di bocconiana memoria) o sulla necessità di centrare esasperatamente obiettivi ragionieristici di finanza sanitaria tutti rivolti a non sforare budget e tagliare la spesa indiscriminatamente (invece di provare a tagliare gli sprechi e le diseconomie). Ciò che serve Sig. Presidente è uno sforzo autentico, anche di pazienza se occorre, per ascoltare le istanze diverse che vengono dal territorio, aprendo ad un confronto serrato e costruttivo con le Organizzazioni sindacali, per provare a garantire, con più appropriatezza, livelli adeguati di assistenza socio-sanitaria, nel tentativo di invertire la deriva che ci vede arretrare nella classifica nazionale sotto il profilo della tutela della salute; posto appunto che la sfida principale per il futuro della Sanità Pugliese sarà proprio quella di incorporare il massimo grado di flessibilità, per adattarsi ai cambiamenti nei bisogni e nelle aspettative della popolazione nella nostra Regione. Per le ragioni espresse, Le rivolgiamo Sig. Presidente un deciso invito a coinvolgere le parti sociali nella definizione della scelte strategiche che sostengono il nuovo Piano Sanitario Regionale, per evitare di un assumere un provvedimento così rilevante per il destino dei cittadini pugliesi e dei lavoratori e delle lavoratrici della Sanità nella più totale solitudine; un provvedimento questo che rischierebbe di  passere alla storia per aver registrato il più basso livello di condivisione politica e sociale che la nostra regione ricordi, oltre ad essere rammentato, se le cose non andranno per il meglio, se si dovesse registrare l'arretramento temuto rispetto ad altri sistemi sanitari regionali, con l'aumento della migrazione sanitaria alla ricerca delle cure migliori, come il Piano di  "Emiliano"  e non invece il Piano Sanitario Regionale della Puglia sul quale, seppure con tanti sacrifici, si sia ricercato ed ottenuto il maggior livello di condivisione possibile rispetto alle scelte e alle strategie da individuare per salvaguardare il diritto tra i diritti quello alla salute dei cittadini pugliesi”.

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