Società partecipata Santa Teresa: Fisascat Cisl, soluzioni subito per i 122 lavoratori
CISL TARANTO BRINDISI | FIST CISL - La Fisascat Cisl Taranto Brindisi intende scongiurare un fine anno amarissimo per i 122 dipendenti della Società partecipata della Provincia di Brindisi “Santa Teresa”, già in contratto di solidarietà al 50% fino al 30 giugno scorso. A questi lavoratori è, infatti, pervenuta la lettera di licenziamento motivata con l’attuale indisponibilità economica dell’Ente, a rischio di definitiva soppressione, come è noto, fino ai recenti esiti del referendum costituzionale che, invece, ne ha decretato la continuità confermandone la missione di erogare nel territorio di riferimento i servizi essenziali (controllo impianti termini, pubblicità, riscossioni, manutenzione strade, scuole, ecc.) e quelli altrimenti definiti non essenziali (ex Decreto Madia). La procedura, che oggi porterebbe a sicuro licenziamento qualora non fossero accolte le proposte del sindacato, ha avuto origine lo scorso luglio, quando cioè la stessa Provincia dichiarò di non disporre più di finanziamenti per i piani di impresa, funzionali cioè al proseguimento nei restanti mesi del 2016, delle attività in carico alla “Santa Teresa”. Fu la Regione Puglia, dopo una pressione sindacale molto forte e manifestazioni particolarmente dure e gesti in alcuni casi plateali, a mettere immediatamente a disposizione del bilancio provinciale sei milioni, una parte dei quali venne stornata per finanziare quei piani benché, contestualmente, fosse stata aperta a luglio la procedura di mobilità chiusa con un mancato accordo. A questo fece seguito l’approvazione di una Delibera datata 25 novembre, redatta per non incorrere, fu detto, in danni erariali e le lettere di licenziamento ne sono oggi la naturale conseguenza. La Fisascat Cisl chiede, pertanto, sostenuta dall’orientamento positivamente espresso anche dal Prefetto di Brindisi, che la Provincia ritiri la procedura di mobilità per il 2016 ed eventualmente la riapra per il 2017, considerato che la conferma delle Province in Italia determinerà la rimodulazione, anzi la ri/attribuzione dei finanziamenti specifici, al momento non previsti in Legge di Stabilità 2017 che è stata approvata, come è noto, al Senato con fiducia tecnica. Insomma: con il nuovo anno che comincia e con la conferma delle Province, come si concilierebbe a Brindisi la missione istituzionale di fatto ri/attribuita all’Ente, con i licenziamenti effettuati a fine anno ma con il potenziale obbligo di rimettere a gara tutti i servizi finora svolti, con professionalità accertata, dai 122 della “Santa Teresa”? L’avvio di una nuova procedura consentirebbe, invece, di tenere in vita le speranze occupazionali di questi lavoratori, verrebbe scongiurato uno scontro tra Presidente della Provincia e Prefetto che, come già ricordato, incoraggia soluzioni positive e sarebbero evitati i tempi lunghi quanto inutili di una richiesta di cassa integrazione in deroga alla Regione Puglia che, nei mesi scorsi l’ha rifiutata nei casi di Isolaverde (Provincia di Taranto) e di Alba Service (Provincia di Lecce). La Fisascat Cisl, inoltre, chiede l’apertura di una mobilità calcolata in 12esimi, potenzialmente funzionale ai tempi di attesa di finanziamento a partire da gennaio 2017 di piani d’impresa, nell’attesa che il Governo assegni alla Provincia ulteriori risorse finanziarie. E’ del tutto evidente che si debba tornare lì dove tutto era cominciato, ovvero al ritiro della Delibera del 25 novembre, procedendo alla chiusura della mobilità e attendendo gli sviluppi che il nuovo Governo nazionale determinerà riguardo alle Province. Frattanto i 122 lavoratori, con la Fisascat Cisl al loro fianco, proseguono la loro assemblea permanente presso il salone di rappresentanza della Provincia.