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LAVORO: CISL, LA CONTRATTAZIONE DI SECONDO LIVELLO SUPERA LA CRISI

ACCORDI SU RISTRUTTURAZIONE DA 62% A 37%, SU SALARI DA 23% A 43


LAVORO: CISL, LA CONTRATTAZIONE DI SECONDO LIVELLO SUPERA LA CRISI

CISL PUGLIA | -

Il miglioramento della situazione economica si legge nella contrattazione di secondo livello: negli anni 2015-2016 - secondo il Rapporto Ocsel della Cisl appena pubblicato - è crollata la percentuale degli accordi concentrati su crisi e ristrutturazione (dal 62% del periodo 2013-2014 al 37% del totale) mentre è aumentata quella dedicata all'aumento dei salari dei lavoratori (dal 23% al 43%). Migliora anche la percentuale dei contratti con accordi sul welfare (dal 10% al 20%) e con miglioramenti sul fronte dell'orario (dal 12% al 19%). "La contrattazione decentrata - sottolinea il Rapporto - torna a riprendere la regolazione dei capitoli fondamentali del rapporto di lavoro, anche con contenuti sempre più innovativi". Il Rapporto della Cisl ha analizzato i contenuti di 2.094 accordi frutto della contrattazione fatta nel 2015-16 in 1.478 aziende che occupano 753.304 addetti. Non è contabilizzata la contrattazione territoriale. Al ministero del Lavoro sono registrati oltre 21.000 accordi per la detassazione che sembrano coprire circa 5 milioni di lavoratori. I settori più coperti dalla contrattazione nell'osservatorio Cisl sono il commercio (19% del totale degli accordi), il metalmeccanico (16%), il chimico (15%), l'edilizia (14%), le aziende di servizi e terziarie (10%) e il tessile (7%), a dimostrazione che la contrattazione di secondo livello ormai segue l'evoluzione dell'economia verso il terziario e non rimane confinata nel manifatturiero. Per quanto riguarda la distribuzione geografica mentre il 32% degli accordi registrati è relativo a gruppi presenti in più regioni del territorio, un altro 48% riguarda aziende del Nord, il 14% quelle del Centro e solo il 6% il Sud e le isole, a dimostrazione di un certo squilibrio territoriale che vede la contrattazione svilupparsi soprattutto nelle aree economicamente più dinamiche. Se si misura la sola contrattazione salariale, questa viene svolta per ben il 70% al Nord. Il 41% degli accordi registrati riguarda aziende con meno di 50 dipendenti. L'85% degli accordi a carattere salariale negozia voci a carattere variabile e solo il 44% voci ad importo fisso, così come i premi di risultato aziendali sono distribuiti per il 58% secondo criteri di professionalità e solo il 43% in modo uguale per tutti. "E' un definitivo cambiamento - si legge nel Rapporto - rispetto al passato". In tema di orari la contrattazione si occupa prevalentemente di distribuire gli orari di lavoro (65% degli accordi) e di flessibilità (53%), tutti elementi centrali per imprese che faticano sempre più ad avere programmi stabili di produzione. Il 74% degli accordi sulla flessibilità promuove orari più elastici anche verso esigenze dei lavoratori e l'11% degli accordi si propone di legare la flessibilità alla maggiore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per le persone. Tra gli altri temi inseriti nella contrattazione, infine, ci sono quelli legati al welfare integrativo e alla formazione continua.
fonte Ansa

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