Trasporti: Spinelli, sono la chiave del futuro. Necessario più confronto con la Regione Puglia
Il Segretario generale della Fit Cisl regionale sulla prima pagina dello speciale del Corriere del Mezzogiorno
CISL PUGLIA | FIT | -
Basta dare un’occhiata alla carta geografica della Puglia per scorgere l’importanza dei trasporti nel tacco d’Italia. Ha un’ottima rete di infrastrutture composta da 3 porti principali (Bari, Brindisi, Taranto), 6 porti minori (Manfredonia, Barletta, Molfetta, Monopoli, Otranto e Gallipoli, 1 interporto a Bari, 1.528 km di rete ferroviaria, 12.000 km di rete stradale con 2 importanti nodi autostradali (Bari e Foggia), 4 aeroporti – 2 internazionali, Bari e Brindisi, e 1 interno a Foggia – e 1 aeroporto cargo a Grottaglie. Rete infrastrutturale in cui sono occupati migliaia di lavoratori di tutte le fasce professionali. È importante, però, avere un approccio di tipo sistemico. È indispensabile realizzare una pianificazione di rete, che integri le vie di collegamento ferroviario, stradale e le aree retroportuali; tendere ad un riequilibrio modale, per ridurre il profondo divario esistente tra la gomma ed il ferro; rendere funzionali le infrastrutture portuali e logistiche allo sviluppo territoriale. La configurazione aeroportuale dovrebbe rispondere a logiche legate ai territori. Il Gino Lisa di Foggia, per esempio, è una opportunità da non sottovalutare per il turismo religioso legato ai milioni di pellegrini ogni anno che fanno tappa a San Giovanni Rotondo e al turismo sviluppato nel Gargano, se solo si allungasse la pista. Il precedente Assessore regionale ai Trasporti aveva preso degli impegni in tal senso, speriamo che Antonio Nunziante continui nell’interlocuzione con i sindacati confederali di categoria. Il sistema portuale regionale, per la Fit Cisl, ha la necessità di legare l’utilizzo delle banchine e delle infrastrutture con la vocazione territoriale. Se a Bari si punta molto sul turismo e a Brindisi sull’attività del petrolchimico non si può non rendere più efficace l’uso del porto di Taranto grazie agli investimenti della Zona economica speciale (Zes) prevista dal Governo. Anche una programmazione più attenta del sistema stradale e ferroviario nel Salento sarebbe un balsamo per i turisti che ogni anno affollano le località pugliesi. Ma ad oggi non sembra che la Regione Puglia sia riuscita a far quadrare gli investimenti con le necessità di un settore, quello turistico, così importante per il Pil regionale. E poi c’è la sicurezza. L’incidente ferroviario dello scorso anno sulla Andria Corato ci deve far riflettere. Gli investimenti sulla sicurezza non sono più rinviabili e vanno visti, anche questi, come l’aspetto più determinante della messa a sistema delle infrastrutture ferroviarie. La Puglia ha una posizione strategica tra Europa occidentale e orientale e per questo da anni ripetiamo che la nostra regione deve connettersi con il resto del Paese e dell’Europa per dare maggiore respiro ai sistemi produttivi presenti e agli investimenti in prospettiva futura perché le infrastrutture di trasporto sono determinanti per lo sviluppo economico, sociale e culturale di un territorio una più attenta e puntuale interlocuzione con la Regione Puglia sarebbe necessaria per una logica di sistema regionale e interregionale che guardi al futuro.