Agroalimentare, Sbarra (Fai Cisl): serve una nuova alleanza tra sindacati, imprese e istituzioni
Al Convegno di Bari intervenuti il Ministro Maurizio Martina e la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan
CISL PUGLIA | FAI | - I comparti agroalimentari e ambientali del futuro “si sviluppano a partire da una nuova, grande alleanza che impegni Sindacati, Imprese e Istituzioni a comportamenti coerenti su obiettivi condivisi che si chiamano qualità del lavoro, innovazione di prodotto e di processo, formazione, internazionalizzazione, produttività, competitività”. Lo ha detto Luigi Sbarra, Segretario generale della Fai Cisl, concludendo il suo intervento in occasione del convegno “L’agroalimentare del futuro”, organizzato dalla Federazione agroindustiale-ambientale della Cisl che si è svolto a Bari alla presenza del Segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan e del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Maurizio Martina, i cui lavori sono stati coordinati dal Segretario generale della Cisl Puglia, Daniela Fumarola. Sono intervenuti anche il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, e il Consigliere regionale, Donato Pentassuglia. “Dobbiamo sviluppare nuovi luoghi in cui aziende e mondo del lavoro operino insieme, perseguendo obiettivi che leghino armoniosamente l’interesse di parte al bene comune - ha aggiunto Sbarra”. Sul fenomeno del caporalato ha sottolineato che “con la Legge 199 abbiamo conquistato un traguardo storico. Tuttavia, a un anno esatto dall’approvazione, qualcosa è andato indebolendosi nel percorso di attuazione”. Il ritardo riguarda soprattutto “l’altra gamba della politica di contrasto: quella della prevenzione e del coinvolgimento sociale nelle strategie di contenimento del fenomeno”. Le leve sociali “restano inattive, e si fatica ad aprire una stagione di efficace collaborazione sui territori tra istituzioni e parti sociali agricole”. In particolare, denuncia Sbarra, “la Rete del lavoro di qualità non decolla, la Cabina di regia non trova ancora le sue necessarie declinazioni territoriali, il protocollo interministeriale ‘Fuori dal Ghetto’ stenta ancora a dare frutti in tante delle province”. Serve “una svolta”, questi strumenti “vanno attivati e implementati”. Riguardo “le tabelle Inps relative alle retribuzioni dei contratti agricoli di prestazione occasionale” il Segretario della Fai Cisl ha tuonato che “sono semplicemente vergognose. Perché discriminare i braccianti con paghe inferiori del 50 per cento rispetto agli altri settori? I riferimenti orari vanno alzati alla media dei contratti provinciali, altrimenti siamo in una zona di quasi-sfruttamento”. “Che pudore ha – ha aggiunto il sindacalista – un Paese che si dice contro il caporalato e poi riconosce 6 euro l'ora a un bracciante? Ci vuole coerenza e riconoscere la giusta retribuzione a centinaia di migliaia di donne e uomini che svolgono un lavoro usurante su cui si poggia l’eccellenza e la ricchezza del nostro made in Italy”. “Occorre riconoscere ai beneficiari dei contratti di lavoro occasionale in agricoltura retribuzioni confrontabili con quelle previste negli altri settori produttivi. Su questi temi la Fai Cisl chiede l'apertura di una fase di confronto responsabile con il sindacato”, conclude Sbarra. Nel suo intervento il Ministro Maurizio Martina ha rinnovato la propria disponibilità a “collaborare nelle sfide per la qualità e la dignità del lavoro agroalimentare e consolidare l’impegno già profuso nelle scelte che abbiamo condiviso, insieme alla Fai Cisl e alla Cisl, per lo sviluppo di questo settore importante per l’economia italiana. E’ il dialogo sociale che produce gli avanzamenti di un Paese, per affrontare i nodi di una società è necessario lavorare insieme”. Sul fenomeno del caporalato Martina ha sottolineato la necessità di “sviluppare gli strumenti di prevenzione e questa - ha aggiunto il Ministro - è una scommessa enorme, della quale devono tutti farsi carico. Abbiamo già discusso con il sindacato della possibilità di implementare alcuni strumenti, come la rete del lavoro agricolo o le attività di controllo del trasporto. Dobbiamo continuare a lavorare". Annamaria Furlan, concludendo i lavori, ha osservato che “il settore agroalimentare è fondamentale per la nostra economia. Anche in questi anni di crisi è quello che ha avuto maggiori punti di crescita. Però è necessaria più innovazione e ricerca, ma soprattutto ci vuole tanta legalità e prevenzione perché è un settore in espansione, così conosciuto nel mondo per la sua qualità. Il rapporto tra istituzioni e parti sociali e un anello importante che tiene insieme tutti contro l’illegalità”.