Casa della Divina Provvidenza: Cisl Funzione Pubblica e Cisl regionale, senza un progetto si va alla mobilitazione
FP - Garantire un’offerta sanitaria di qualità ai pazienti e tutelare i livelli occupazionali nelle strutture sanitarie della Casa della Divina Provvidenza di Foggia e Bisceglie. Lo hanno chiesto a gran voce le organizzazioni sindacali del comparto Sanità dopo la riunione tenuta a Bari nella sede dell’Assessorato regionale alla Sanità, alla presenza dei Direttori generali delle Asl di Foggia e della Bat, Ruggiero Castrignanò e Rocco Canosa, ed in rappresentanza dell’Ares Puglia Vincenzo Pomo, oltre al titolare dell’assessorato Tommaso Fiore, impegnandosi in un ciclo di assemblee da tenere con il personale.
La Cisl Funzione Pubblica, insieme alla Cisl regionale, lamentano da tempo la mancata attuazione da parte della Regione e delle due Asl di riferimento territoriale, del cosiddetto ‘Progetto obiettivo’ sui portatori di handicap, dell’adeguamento delle tariffe dei pazienti ortofrenici e Alzheimer (ferme al 2002/2003) e dell’accreditamento delle strutture sanitarie, ultimate da oltre due anni per le quali è già stata data relativa autorizzazione provvisoria da parte della Regione per 230 posti letto di RSA.
“E’ assolutamente indispensabile – secondo la Cisl FP di Puglia – applicare la delibera 380 del Consiglio Regionale, approvata sin dal 1999, relativa al progetto di riconversione e ristrutturazione degli stabilimenti ospedalieri ex psichiatrici di Bisceglie e Foggia, e alla definitiva classificazione nosologica dei pazienti ortofrenici e alla determinazione della nuova e più adeguata tariffazione per le prestazioni rese e da rendere all’utenza”.
Per quanto l’assessore Fiore, al termine del confronto aspro e a tratti polemico, abbia presentato delle proposte che confermano l’intenzione della Regione Puglia di dar seguito agli impegni assunti dall’assise regionale, la Cisl FP e la Cisl di Puglia esprimono preoccupazione per la sorte dei dipendenti delle strutture della Casa della Divina Provvidenza di Foggia e Bisceglie, specie dopo l’emorragia occupazionale che tra gli anni 1998 e 2003 aveva interessato il collocamento in mobilità di 602 lavoratori.
In assenza di un progetto che assicuri la fornitura di servizi e prestazioni sanitarie che garantiscano gli attuali livelli occupazionali, la Cisl non esclude di poter ricorrere a momenti di mobilitazione dei lavoratori.