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Carcere di Taranto: protestano i lavoratori per le condizioni di lavoro impossibili

Il 2 marzo manifestazione sotto la Prefettura Attese le forze politiche


 Carcere di Taranto: protestano i lavoratori per le condizioni di lavoro impossibili

CISL TARANTO BRINDISI | FP | -

I lavoratori della Casa Circondariale di Taranto, dipendenti dal comparto ministeri, riuniti in assemblea il 9 febbraio, hanno evidenziato ancora una volta condizioni di lavoro insostenibili, tali da non poter più garantire i diritti fondamentali alla popolazione carceraria. Così i sindacati della Cgil Fp, Cisl Fp, UilPa e Confsal Unsa che sottolineano quanto “la carenza assoluta di personale, ritmi e carichi di lavoro impossibili gravanti sui pochi lavoratori presenti, ha assunto gravità imbarazzante”. Impietosi i numeri: a fronte di una capacità di 306 detenuti ve ne sono stabilmente circa 530 a cui non è certo possibile garantire condizioni di vita, di assistenza o di attività volte al recupero sociale, con i soli tre funzionari di fatto esistenti dell’area educativa, o con una scopertura nell’area contabile superiore al 50%. Anacronistici appaiono dunque i progetti che l’amministrazione penitenziaria pubblicizza in tutte le sue articolazioni, volti alla completa rieducazione della popolazione detenuta, anacronistici e contraddittori rispetto alle risorse umane esistenti. Inutili i tentativi di trovare soluzione attraverso la rotazione del personale tra i vari uffici, senza limiti e criteri oggettivi e con conseguente mortificazione delle professionalità dei lavoratori, così come senza risultati sono state le iniziative di mobilitazione del 6 e 30 novembre 2017, con il coinvolgimento del Provveditorato di Puglia e Basilicata. Una situazione straordinaria che non renderà oggettivamente neppure possibile osservare i provvedimenti dell’autorità giudiziaria, che deve essere consapevole delle reali condizioni di lavoro. Per questi motivi I lavoratori si riuniranno giorno 2 marzo dalle ore 9,30 alle ore 11,30, sotto la Prefettura di Taranto, richiamando l’attenzione delle Istituzioni e la partecipazione dei partiti e dei candidati alle elezioni politiche sul un problema che è dell’intera collettività.

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