Mercato del lavoro; Ocse: disoccupazione ferma a marzo
CISL PUGLIA - Disoccupazione stabile all´8,2 per cento a marzo nell´area Ocse.
Nel suo rapporto mensile l´ente parigino rileva un valore invariato dopo tre mesi consecutivi di attenuazione. Stabile anche la disoccupazione nell´area euro, al 9,9 per cento, mentre in Italia ha registrato un aumento di un decimale all´8,3 per cento. Solo in altri due paesi, Spagna e Lussemburgo, ha segnato aumenti su marzo, mentre è aumentata anche negli Usa, di 0,2 punti al 9 per cento ma si tratta del dato di aprile. Per la prima volta dall´inizio della crisi finanziaria, nel 2007, nella maggior parte dei paesi i tassi di disoccupazione risultano stabili o in calo", recita un comunicato dell´Ocse. Ad ogni modo sull´insieme dei circa 30 paesi che aderiscono all´ente si contano 44 milioni e 400 mila disoccupati, se rispetto allo scorso anno sono 2,6 milioni in meno nel confronto con il marzo del 2008 sono invece 13,6 milioni in più. Il livello più elevato si registra in Spagna, un 20,7 per cento che secondo l´Ocse implica "come risulti disoccupata una persona su cinque" tra gli attivi. Livelli alti si registrano anche in Irlanda (14,7%), Ungheria (11,9%) e Portogallo.Nei giorni scorsi l´Ocse, è tornata a chiedere, sul versante riforme, un ulteriore sforzo al nostro Paese, soprattutto tenendo presente la necessità di continuare ad estendere la cassa integrazione e a puntare verso politiche attive del lavoro che portino ad un rapido reinserimento dei lavoratori esclusi all´interno del circuito produttivo. "Le estensioni della cassa integrazione - sostengono i tecnici dell´Ocse - sono state un buon modo per estendere la protezione sociale durante la recessione, ma sono necessarie riforme compatibili con i vincoli generali delle finanze pubbliche. "Gradualmente - sottolinea il Rapporto - si devono introdurre una durata minore e tassi di sostituzione più bassi per la Cig e si dovrebbero realizzare politiche attive del mercato del lavoro, nonché infrastrutture per la ricerca di posti di lavoro". A più lungo termine - conclude - le riforme dovrebbero mirare a creare un sistema di protezione sociale meno frammentato". Rispetto alla partita lavoro, dall´Assemblea nazionale, Rete Imprese Italia rilancia l´allarme giovani: sono "uno spreco intollerabile due milioni di ragazzi che non studiano, non lavorano e non cercano lavoro". Lo ha sottolineato il presidente di Rete imprese Italia, Giorgio Guerrini, secondo cui "abbiamo bisogno di giovani motivati, sereni, preparati ad affrontare con fiducia il loro avvenire". "E intanto nel 2010 il 26,7% delle imprese italiane non è riuscito a trovare personale per le qualifiche richieste. I giovani sono vittime di un modello educativo che crea aspettative impossibili, senza confrontarsi con il mercato". "E allora - ha concluso - cosa aspettiamo per investire sulle nuove generazioni? Meno annunci e maggiore concretezza: assumiamoci tutti l´impegno di farlo".
Fonte Conquistedellavoro.it