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Sbarra al Consiglio generale della Cisl Bari, puntare sul mezzogiorno per rilanciare il paese

Fumarola, su crescita e sviluppo la Regione Puglia è latitante


Sbarra al Consiglio generale della Cisl Bari, puntare sul mezzogiorno per rilanciare il paese

CISL BARI | CISL PUGLIA | -

“Per capire le riforme che servono al Paese bisogna fare i conti con il nodo lavoro, e in particolare con la necessità di far ripartire un’occupazione produttiva e di qualità nelle aree a maggiore sofferenza del nostro Paese, a cominciare dal Mezzogiorno”. Così Luigi Sbarra, Segretario generale aggiunto della Cisl, intervenuto questa mattina a Bari al Consiglio generale della struttura sindacale provinciale. Dopo una dettagliata relazione del Segretario della Cisl Bari, Giuseppe Boccuzzi, sulla situazione sindacale e sulle maggiori vertenze del territorio barese, si è sviluppato il dibattito del parlamentino provinciale con numerosi interventi. Nelle sue conclusioni Sbarra ha sottolineato che “l’agenda dello sviluppo parla il linguaggio della coesione sociale, economica e infrastrutturale. Significa realizzare un grande investimento finalizzato al rilancio del capitale produttivo, alla redistribuzione fiscale a favore delle fasce medie e popolari, alle politiche attive e dell’istruzione, alla riqualificazione delle basse competenze e degli ammortizzatori sociali. Sfide che vedono nel riscatto del Mezzogiorno la madre di tutte le battaglie: un Sud guadagnato alla crescita e ricollegato all’Europa rappresenta la più grande opportunità per il Paese. Per cogliere la sfida – ha incalzato il sindacalista – servono strategie differenziate, con strumenti specifici di stimolo del capitale produttivo e con un intervento straordinario che faccia leva sulle dotazioni europee e nazionali garantendo risorse aggiuntive rispetto alla spesa ordinaria. Dobbiamo migliorare quantità e qualità degli interventi attraverso una rinnovata cooperazione tra stato centrale, regioni e parti sociali. Per questo – ha aggiunto Sbarra – il prossimo governo deve mettere la questione meridionale in cima alle proprie priorità. Abbiamo il dovere di fare coesione, di investire sul protagonismo del Mezzogiorno, dei suoi lavoratori e imprenditori, dei sui giovani, delle sue donne, sostenendo una ripresa che lo trasformi in motore trainante del Paese. Dobbiamo partire dalla più strategica delle risorse: la valorizzazione del capitale umano, lo dobbiamo fare per ridare futuro a un’intera generazione di ragazzi colpiti da un tremendo accorciamento dell’orizzonte della speranza”. Sulla vicenda che riguarda l’Ilva “la Cisl è sempre stata pronta a confrontarsi sul piano della responsabilità, consapevole che la piena salvaguardia occupazionale è un obiettivo possibile e doveroso. Al prossimo Governo chiediamo di riaprire il negoziato sul futuro di uno stabilimento strategico per la Puglia, il Mezzogiorno e l’intero Paese. Le ragioni ideologiche non devono prevalere sulla concretezza e sul pragmatismo: ci sono ampi margini per dare certezza a tutti i 20 mila lavoratori coinvolti, tra occupati diretti e addetti dell’indotto” ha affermato Sbarra. “La tutela produttiva e la riqualificazione ambientale sono obiettivi che possono e devono marciare insieme. Chiudere l’Ilva significa mettere in ginocchio l’economia di un pezzo fondamentale del nostro Paese, con ricadute occupazionali e sociali devastanti e difficilmente reversibili. La strada da percorrere è quella della condivisione delle intelligenze, verso un traguardo che coniughi sostenibilità ecologica e competitività produttiva, uno spazio ampio e possibile, come dimostrano tante esperienze europee. Tutti gli studi confortano questa prospettiva: rinunciare a percorrerla condizionati da una impostazione ideologica sarebbe disastroso. La Cisl è pronta a dare il proprio contributo”. Sulla Tap, il numero due Cisl ha ribadito la posizione di “costruttivo e convinto consenso verso un’opera capace di garantire sviluppo economico ed occupazionale al territorio salentino”. Una infrastruttura che può “assicurare quella decarbonizzazione indispensabile per la riconversione degli impianti produttivi e la realizzazione di un tessuto industriale ambientalmente più sostenibile”. Dunque, “pieno sostegno a progetti capaci di sbloccare un indotto economico complessivo di 300 milioni, con risvolti occupazionali di circa mille addetti, incluso l’indotto”. L’intervento di Sbarra è stato anticipato dalle parole di Daniela Fumarola, Segretario generale della Cisl Puglia, che ha evidenziato la necessità di un rapporto più proficuo con la Regione Puglia se si vuole venire fuori dalle sacche della crisi che al Sud morde ancora. “Crescita e sviluppo – ha detto la Segretaria – sono fattori imprescindibili per rilanciare il tessuto produttivo ed economico pugliese, ma sulleZes, sul Patto per la Puglia e sanità, politiche sociali, caporalato e società partecipate non abbiamo alcuna interlocuzione, o appena accennata, con la Regione Puglia, nonostante abbiamo più volte incalzato il Presidente Emiliano spiegando che la collaborazione e l’ascolto sono fondamentali per risolvere i problemi”.

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