Quattropuntozeroperdavvero: Sbarra, Cisl Nazionale; diffondere la cultura della concertazione
Fumarola, Cisl Puglia: più integrazione tra esigenze delle imprese e preparazione professionale
CISL PUGLIA | -
“Le dinamiche di Impresa 4.0 ci mettono di fronte al bisogno di aggiornare e riformare strategie pubbliche e negoziali, verso un modello di sviluppo e di tutela sempre più vicino alla persona e ai territori. In questo senso è più che mai urgente definire una politica industriale capace di sostenere crescita e sviluppo con forti investimenti sui temi della ricerca, dell’innovazione, della formazione e competenze. Questa è una necessità del Paese e soprattutto per il Mezzogiorno”. Lo ha detto il Segretario generale aggiunto Luigi Sbarra nel corso della tavola rotonda, organizzata a Bari dalla Cisl Puglia, dal titolo ‘Quattropuntozeroperdavvero – Esperienze e Suggestioni sul lavoro che cambia.
Introducendo i lavori, il Segretario generale della Cisl Puglia, Daniela Fumarola aveva tracciato i punti chiave del dibattito su Industria 4.0 osservando che “la parola ‘rivoluzione’ suggerisce una mutazione irreversibile, che altera gli equilibri produttivi e sociali conquistati. Equilibri ristabiliti anche grazie al lavoro intelligente dei movimenti dei lavoratori, che hanno saputo accompagnare e governare tali trasformazioni. Ed è proprio il compito che la storia oggi affida al Sindacato: non più leggere l’universo del lavoro con i codici del passato, ma analizzare e comprendere gli scenari e quindi rilanciare l’azione sindacale verso un nuovo modello di tutela dei lavoratori e dei cittadini. Una rivoluzione vera dunque, non da temere ma da orientare e governare per migliorare le condizioni di vita della persona, dentro ma anche fuori dai luoghi di lavoro. E, per governarla, lo Stato, il sistema delle imprese, le rappresentanze dei lavoratori – ha aggiunto – devono integrare le proprie azioni indirizzandole verso risposte appropriate, adeguate e innovative. L'avanzata tecnologica è come un fiume: non possiamo fermarla, ma abbiamo l'opportunità di convogliarne le potenzialità per rendere fertili i decenni a venire. Ma non possiamo trascurare il fatto che dovremo farci carico anche di coloro che rischiano di essere tagliati fuori nella sostituzione delle competenze. Il che significa un forte piano di investimenti sostenuto dalla finanza pubblica sia sul versante della riqualificazione che su quello della formazione-lavoro. L’integrazione tra esigenze delle imprese e preparazione professionale – ha continuato Fumarola – presuppone un salto culturale e accende polemiche quasi soltanto in Italia, quando invece l’orientamento scolastico, sulle famiglie e sui ragazzi, dovrebbe essere una priorità condivisa, senza sforzo, da tutti i soggetti. Formare ragazzi senza poter consegnare loro uno sbocco lavorativo è un delitto che si consuma in nome di ipotetici lavori che spesso esistono solo nel mondo dei sogni. Già oggi si stima che il 65% dei bambini che iniziano ora la scuola faranno lavori che al momento non esistono – ha concluso il Segretario della Cisl Puglia. Durante la tavola rotonda l’intervento di Tommaso Cozzi, Responsabile Pastorale Sociale Diocesi Bari, ha evidenziato che “il lavoro 4.0 è un insieme di formazione, cultura, normativa e conoscenza, e il sindacato svolge un ruolo importante per l’organizzazione del lavoro e delle tutele dei lavoratori grazie a una sempre maggiore contrattazione”.
Raffaele Barile, Rsu della Bosch di Bari ha, invece sottolineato l’importanza dello strumento di alternanza scuola-lavoro per gli studenti che diventeranno futuri lavoratori ritenendo “necessaria anche e soprattutto la formazione continua degli operai per stare al passo con un mondo che corre”.
Il Segretario generale della Fisascat Cisl Parma Piacenza, Francesca Benedetti, che in prima persona ha seguito negli ultimi anni la controversa vicenda di Amazon ha precisato, riferendosi all’accordo delle settimane scorse sull’organizzazione dei turni di lavoro, che “abbiamo aperto una breccia in un muro che sembrava invalicabile grazie alla determinazione dei lavoratori e del sindacato nonostante la multinazionale abbia ostacolato ogni forma di rappresentanza”. Concludendo i lavori Sbarra ha richiamato la necessaria collaborazione tra “istituzioni e parti sociali” che “devono operare insieme per sostenere le vocazioni produttive locali e potenziare percorsi formativi coerenti con le varie specializzazioni. Ciò vuol dire puntare sul trasferimento tecnologico dai centri di ricerca ad ecosistemi di prossimità e integrare i contesti dell’apprendimento, dell’innovazione e della produzione. Un percorso che può e deve coinvolgere tutti i settori, dal manifatturiero all’agroalimentare, dal tessile al chimico”. Essenziale poi, secondo il Segretario aggiunto della Cisl nazionale “pervenire ad un grande patto per incrementare le competenze, che rilanci il raccordo scuola-lavoro, l’apprendistato, la valorizzazione degli Its. Un’intesa che si occupi dei giovani, ma che non lasci indietro gli over 50, con politiche attive e centri per l’impiego potenziati, e una formazione continua che ne assicuri la riqualificazione ai cambiamenti che avanzano. Il mutamento del lavoro accelerato dalla robotica, dall’automazione, dall’internet delle cose può dunque essere governato, organizzato e orientato su rilevanti obiettivi sociali” ha incalzato. Ma, ha concluso Sbarra, va diffusa la “cultura della concertazione sociale e di relazioni industriali partecipative, vicine alla persona e al territorio”.