Attivo unitario di Cgil Cisl Uil a Brindisi, sintesi dei lavori
Ha concluso la giornata il Segretario confederale Andrea Cuccello
CISL TARANTO BRINDISI | -
Per illustrare e discutere il Documento confederale nazionale “Le priorità di Cgil, Cisl, Uil per la Legge di Bilancio 2019” Cgil, Cisl, Uil territoriali hanno tenuto un Attivo Unitario oggi martedì 27 novembre, alle ore 9.00, presso Palazzo Granafei-Nervegna (Sala dell’Università), via Duomo, n. 20 a Brindisi. La Presidenza dei lavori è stata affidata ad Antonio Licchello, Segretario generale Uil Brindisi che ha osservato quanto “le questioni contenute nel Documento nazionale valorizzano la lotta unitaria del sindacato a Brindisi che prosegue incessante. Diciamo al Governo che la campagna elettorale è finita, per cui è necessario che esso si apra al confronto con Cgil Cisl Uil. Nelle prossime settimane faremo il punto su sui punti salienti delle nostre rivendicazioni territoriali (decarbonizzazione, Tap, bonifiche, industria) per aggiornarle in funzione del dialogo sociale che intendiamo sollecitare all’Esecutivo nazionale per Brindisi”. Antonio Macchia, Segretario generale Cgil Brindisi, nella sua relazione introduttiva ha spiegato che “l’uscita dall’austerità è necessaria; essa, con il pareggio di bilancio, ha provocato finora gravissimi danni sociali. Ma lo sforamento al 2,4 previsto dal Governo va nella direzione dell’assistenzialismo e non certo dell’investimento produttivo, del lavoro, dell’occupazione, in particolare nel Mezzogiorno; e, addirittura, il reddito di cittadinanza e la flat tax, sono l’emblema della serie di misure propagandistiche contenute nel Def, con profili di incostituzionalità per quanto attiene al principio della progressività. Tra i focus principali, per quanto riguarda ancora la manovra economica, è l’assenza di politiche per il Mezzogiorno che, perciò, risulta dimenticato. Negli ultimi anni, peraltro, si sono cambiate le regole anche costituzionali – Articolo V e non solo - ma la situazione dei conti dal nostro punto di vista è risultata truccata, dal momento che la ridistribuzione delle risorse, stabilite per il Sud al 34% non si è mai rispettata e, di contro, si sono creati 20 diritti differenziati (sanità, welfare, ecc.). Al riguardo, il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano dovrebbe ripensare alcune sue posizioni che scimmiottano quella sorta di autonomia più spinta o differenziata, posta in essere da alcune Regioni del Nord. Qui a Brindisi la redditualità risulta essere uno striminzito 0,90; anche per questo migliaia di giovani scappano via dalla città capoluogo e dal territorio per andare a studiare altrove. Per giunta, la Cig presenta il dato numerico in ore più alto della Regione e anche la percentuale sulla natalità è bassissima mentre altissimi sono i dati sulla mortalità. Sviluppo, crescita, occupazione: sono gli elementi mancanti per il Mezzogiorno che, oltretutto, avrebbe bisogno di un piano mirato di investimenti infrastrutturali, a cominciare dalla immediata resa operatività delle Zes. Un Paese che non investe sui giovani, in formazione, in ricerca, in Università, avrà problemi di futuro che si caratterizzerà come sempre più povero. Se il Governo non ci ascolterà, Cgil Cisl Uil potrebbero decidere una grande manifestazione nazionale, senza escludere lo sciopero. Antonio Castellucci, Segretario generale Cisl Taranto Brindisi, ha invece posto l’accento su “la qualità della proposta del Governo che si presenta a tratti risibile, per alcuni versi antistorica, piegata su una visione statica della società italiana; quasi imbarazzante se comparata con quella sindacale sia per la visione prospettica che per la forte carica sociale, apertamente informata a criteri di legalità, di trasparenza e di equità. Giusto e corretto abbandonare le politiche di razionalizzazione della spesa per puntare ad una nuova e necessaria fase di crescita ma la manovra economica proposta, oltre a palesarsi inadeguata si rileva carente sotto il profilo strategico. Questo Governo, da solo, non può vincere da solo il braccio di ferro con l’Europa”. Ha concluso i lavori il Segretario confederale della Cisl nazionale, Andrea Cuccello che ha evidenziato: “in questi anni abbiamo perso potenziale economico, come Paese; si è bloccato l’ascensore sociale e per la prima volta i figli hanno possibilità di futuro minori rispetto ai genitori. Ciò ha determinato una contrapposizione forte nella società, una rabbia sociale che è stata cavalcata da due forze politiche sovraniste. Il Governo precedente ha puntato sulla disintermediazione sociale, avendo considerato un ferro vecchio il sindacato. Ma non ha portato bene e questo è un messaggio chiaro e forte per il nuovo Esecutivo giallo-verde, costruito su un contratto e portatore di interessi diversi. Il Def si fonda su tre grandi capitoli: flat tax, quota 100, reddito di cittadinanza ed ignora il lavoro. Non è inutile, al riguardo, l’annotazione secondo cui il 79% dell’Irpef è pagato in Italia da lavoratori dipendenti e dai pensionati. Comunque, il reddito di cittadinanza non si è capito bene cosa significhi ed è poco chiaro il funzionamento prefigurato, quanto alla quota 100 per il pensionamento anticipato, non siamo contrari a condizione che non ci sia la furbata dell’ultimo minuto ovvero penalizzazioni per i lavoratori tranne i soli pochissimi fortunati. Per creare nuove condizioni di lavoro bisogna investire sulle infrastrutture (termovalorizzatori, strade, Tav, Tap, Terzo valico, ferrovie …), perciò come Cgil Cisl Uil chiediamo un Patto per la crescita e intendiamo confermarci in un contesto di Europa di cui siamo Paese fondatore; un’Europa che va sicuramente ristrutturata ma non possiamo assolutamente abbatterla, avendo la consapevolezza che il nostro debito pubblico viene acquistato dai grandi investitori internazionali e questo consente di pagare stipendi e pensioni. Cgil Cisl Uil sono forti intermediatori sociali e per questo dobbiamo essere consapevoli della nostra importanza, ad esempio promuovendo una campagna di incontri, di volantinaggi, per invitare a far ragionare la gente su un grande impegno civile e sociale a valere per tutto il territorio nazionale, muovendoci in un una logica passionale, emozionale, oppure è la logica dei forconi che si ripropone, Occupiamo opportunamente e consapevolmente gli spazi che ci sono propri, altrimenti saranno altri a farlo per noi”. Sono intervenuti nel dibattito: Pietro De Giorgio, Rosa Savoia, Mino Demilito, Carlo Perrucci, Giovanna Tomaselli, Cosimo Nicolazzo, Aldo Gemma, Angelo Leo, Emiliano Giannoccaro, Tindaro Giunta, Michela Almiento.