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Premio di risultato: postali Cisl, Uil, Confsal e Ugl Puglia; dal 3 al 30 ottobre sciopero dello straordinario e delle prestazioni aggiuntive


Premio di risultato: postali Cisl, Uil, Confsal e Ugl Puglia; dal 3 al 30 ottobre sciopero dello straordinario e delle prestazioni aggiuntive

SLP - In Poste Italiane urge un´operazione di trasparenza. Questo l’allarme lanciato dai vertici regionali del Sindacato Postale di CISL, UIL, CONFSAL, UGL in un momento delicatissimo per l’economia nazionale. I Sindacati denunciano la doppia verità che oggi orbita intorno alla più grande azienda di servizi del nostro Paese: la prima, prospera, efficiente, diversificata, ben governata, che presidia il mercato interno e si proietta su dimensioni internazionali; la seconda verità, invece, quella interna, di un’azienda confusa, stressata nella ricerca degli obiettivi, incapace di arginare la concorrenza del mercato liberalizzato, dilaniata al proprio interno, scoordinata nelle sinergie tra i diversi settori, con una periferia che subisce costantemente i decreti del centro, con una rincorsa ossessionante all’abbattimento dei costi che consente al management di ostentare bilanci miliardari. Di contro gli sportelli degli uffici postali chiudono per la semplice rottura di una stampante non sostituita, per un sistema operativo ancora imperfetto, o i portalettere non escono sulle zone di recapito per mancanza di motomezzo. Proprio nei giorni scorsi i Sindacati hanno posto il problema all’Amministratore Delegato e all’intero Consiglio di Amministrazione, aprendo una vertenza su tutto il territorio nazionale per mettere a nudo i problemi incancreniti che rischiano di vanificare gli enormi sacrifici che i lavoratori e lo stesso Sindacato hanno compiuto in questo ultimo decennio per favorire il rilancio di Poste in un mercato oramai completamente liberalizzato. Il giudizio negativo del rating di Standard & Poor’s che assegna a Poste Italiane una “A” con previsioni negative sul credito, aumenta le preoccupazioni sul futuro di una realtà d’impresa che vanta assetti occupazionali attestati su circa 150.000 unità.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il parziale pagamento ai lavoratori del premio di risultato del 2010 e la difficoltà di procedere al suo rinnovo per il triennio 2011/2013, nonostante la chiusura in positivo del bilancio per il settimo anno consecutivo (un utile di esercizio attestatosi nello scorso anno su un importo pari ad oltre il miliardo di euro) e con un management, di conseguenza, lautamente ricompensato per queste scintillanti performance. L’Azienda, con una intesa ricattatoria, stranamente accettata da altri sindacati minoritari, sta facendo passare un premio di risultato decurtato, rispetto alla proposta di questa parte sindacale, di oltre 500 euro, in barba a quei risultati di bilancio ottenuti proprio grazie all’impegno, al grande senso di responsabilità e capacità di quegli stessi lavoratori a cui il premio è diretto. Inoltre, questa intesa risulta essere non valida, in quanto in difforme contrasto con l’Accordo Interconfederale del 28 giugno scorso, siglato tra Sindacati e Confindustria in tema di rappresentanza nei luoghi di lavoro. Questo Paese continua ad essere laboratorio del governo delle minoranze. Per questi motivi è stato proclamato lo sciopero dello straordinario e delle prestazioni aggiuntive, a partire dal 3 sino al 30 ottobre 2011. Si chiede scusa sin da ora alla collettività sociale tutta per i disagi che ad essa ne potranno derivare, ma questa resta una battaglia di civiltà a tutela di un grande ASSET strategico per l’intero Paese che qualcuno sogna sempre di smembrare per farne uno spezzatino a vantaggio dei soliti noti.

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