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Burocrazia ed etica della circolazione inflattiva

Pubblichiamo per gli ABBONATI della rivista l´interessantissimo approfondimento a firma dell´Avv. Corrado Spina sul Libro Verde presentato dal Ministero del lavoro, Salute e Politiche Sociali, guidato dal Ministro Sacconi, al Consiglio dei Ministri lo scorso 25 luglio 2008. Il Libro Verde, rivolto ai giovani ed alle loro famiglie, vuole essere un documento aperto, nel senso che vuole avviare un dibattito pubblico sul futuro del sistema di welfare in Italia


Burocrazia ed etica della circolazione inflattiva

CISL PUGLIA - 1.1. Propositi. “La vita buona nella società attiva” è il sottotitolo del Libro Verde sul futuro del modello sociale, presentato dal Ministero del lavoro, Salute e Politiche Sociali, guidato dal Ministro Sacconi, al Consiglio dei Ministri lo scorso 25 luglio 2008. Il Libro Verde, rivolto ai giovani ed alle loro famiglie, vuole essere un documento aperto, nel senso che vuole avviare un dibattito pubblico sul futuro del sistema di welfare in Italia . Infatti, in attesa della pubblicazione di un Libro Bianco sul futuro del modello sociale da applicare in Italia, è aperta una consultazione pubblica per i prossimi tre mesi (fino al 25 ottobre 2008), cui sono invitati a partecipare Istituzioni centrali, Regioni, Enti locali, parti sociali, associazioni professionali e di volontariato, centri di ricerca e tutti gli altri soggetti, anche singoli cittadini, che vorranno fornire un loro contributo. Il documento predisposto dal Ministro Sacconi trova la sua fonte nella Strategia Europea per l'occupazione e lo sviluppo del 23-24 marzo 2000 , dalle successive integrazioni e dal Libro Bianco della Commissione Europea sulla salute . Compito della Commissione è di favorire l'occupazione giovanile e femminile raggiungendo degli obiettivi previsti nel 2010, cioè raggiungere il 70% degli occupati della popolazione dell’Unione Europea ed aumentare le quote di donne che lavorano al 60%. La strategia dell’Unione Europea, definita anche sviluppo sostenibile, propone di investire maggiormente nei giovani, nell’istruzione, nella ricerca e nell’innovazione, in modo che tutti gli europei possono godere dei benefici di una società ad alto tasso di occupazione, di un elevato livello di protezione sociale e di un ambiente salutare. Partendo da queste considerazioni, in altre parole dello stretto legame tra salute e prosperità economica, il Libro Verde promuove la salute, la quale consente di ridurre la povertà, l’emarginazione ed il disagio sociale. Contestualmente ad una salute ottimale corrisponde un aumento del lavoro, i tassi di occupazione e la crescita complessiva dell’economia. Lo scopo del documento è di creare un welfare positivo, cioè ribaltare il concetto di assistenzialismo concedendo maggiore spazio alle persone lungo tutto il ciclo della vita, dalla culla alla bara. Insomma, il Governo vuole creare un Welfare delle opportunità che si rivolge alla persona nella sua integralità, e che permetta di esaltare i concetti di meritocrazia, produttività, professionalità, efficienza, solidarietà e giustizia. 1.2. Disfunzioni. La spesa sociale dell’Italia si colloca al di sopra della media europea e la sua composizione è squilibrata in favore della spesa pensionistica, pari al 66,7 %, mentre la spesa per la salute è pari al 24% e l’assistenza al 8,1%. Ciò che desta maggiore preoccupazione è la spesa sanitaria, non tanto nel presente, ma nel periodo medio lungo termine; infatti, l’invecchiamento e la bassa natalità comportano un cambiamento delle esigenze nel sistema sanitario. La spesa medica per i cittadini con più di 75 anni è ben 11 volte superiore alla classe di età 25-34 anni. I pazienti cronici rappresentano il 25% della popolazione ed assorbono il 70% della spesa sanitaria . Altro aspetto non secondario, la profonda differenza tra Nord e Sud del Paese; per un abitante del Nord-Est la spesa socio-assistenziale degli Enti Locali è di 146 euro, mentre per un cittadino del Sud la stessa spesa è di soli 40 Euro. Questo dato descrive le notevoli differenze di opportunità e di tutela tra gli abitanti del Settentrione e quelli del Meridione. Tale diversità deve comportare una notevole accelerazione del processo di modernizzazione del mondo del lavoro iniziato con il Pacchetto Treu e proseguito con la Riforma Biagi. Pertanto per rendere realizzabili ed efficienti gli ammortizzatori sociali, si propone la politica del Welfare to Work, cioè piena disponibilità ai benefici di protezione sociale (indennità di disoccupazione ed ammortizzatori sociali), ma anche revoca dei benefici al disoccupato, nel caso in cui rifiuti un’occasione di lavoro o un percorso formativo di riqualificazione professionale. Si vuole, insomma, puntare ad un sistema che non sia solo risarcitorio, come l’odierno, ma che rafforzi lungo tutto l’arco della vita la possibilità delle persone di fronteggiare i bisogni . 1.3. Visione positiva. La crisi del modello sociale italiano è, prima di tutto, una crisi culturale e di valori. Partendo da questa modesta osservazione, bisogna formulare una solida proposta, che ponga al centro dell’attenzione non solo la singola persona con i suoi diritti e le sue tutele, ma l’intera comunità. Una società ha futuro solo se investe su sé stessa. Una società che guarda in avanti è da considerarsi solida e responsabile, nel momento in cui riesce a dare riferimenti e certezze alle generazioni più giovani, a quelli che saranno, nei vari ambiti, la futura classe dirigente del nostro Paese. Per questo motivo sono da rafforzare le politiche giovanile favorendo l’immediato ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, attraverso la formazione scolastica senza ritardo, stage durante la fase degli studi, contratti incentivanti per i datori di lavoro. Il Libro Verde vuole creare una società attiva più competitiva, che partendo dalla cellula primaria della famiglia cresce investendo sui futuri adulti. In questo scenario è compito del Governo determinare un riequilibrio complessivo della spesa sociale, le cui politiche di sviluppo devono servire ad una maggiore capacità di crescita della nostra economia. Negli ultimi dieci anni l’Italia è cresciuta a un tasso pari a meno della metà della media dell’Europa a 15 (1,3 contro 3,2%) e oggi ha un PIL pro capite che, a parità di potere di acquisto, è inferiore di ben 9 punti percentuali alla media europea. La bassa crescita del PIL, che nel Sud e quasi la metà del Centro-Nord, rispecchia una produttività del lavoro che è aumentata mediamente dello 0,13% contro il 2% dell’Europa a 15 . Per questo bisogna adoperarsi affinché si crei una moderna politica sociale, che comporti nuovi stili di vita, prevenga le malattie e promuova ambienti sicuri. Tali comportamenti, adoperati con la diligenza del buon padre di famiglia, devono contribuire a generare maggiore ricchezza. 1.4. Gli Obiettivi. Il nuovo Welfare se vuole realizzare una maggiore capacità economica dovrà procedere per obiettivi, in modo da potersi confrontare con i sistemi dei paesi concorrenti, in primis Europa, ma soprattutto Cina ed India. Inoltre il Governo sarà considerato capace se svilupperà le sue politiche sociali valutando i tassi di natalità, l’aspettativa di vita, i tassi di occupazione dei giovani, delle donne e degli anziani, la formazione scolastica e la riqualificazione professionale dei lavoratori. Pertanto il ricorso a tali indicatori dovrà servire a favorire nuove politiche per la salute, l’innovazione e la crescita occupazionale. Il nuovo Welfare dovrà preoccuparsi di elaborare una più compiuta definizione del bene-essere fisico e psichico delle persone, creando pari opportunità per tutti, ridisegnando nuove politiche redistributive della ricchezza prodotte. Esso sarà improntato sui principi comunitari intervenendo sull’intero ciclo della vita, dalla nascita alla morte. La persona è posta al centro del nuovo modello sociale, si parte dal bisogno primario della famiglia per concludersi con la tutela dei più deboli. Per garantire pari opportunità e diritti sostenibili, il nuovo Welfare dovrà avvalersi del contributo di soggetti responsabilmente attivi, cioè di coloro che sono capaci di essere utili a sé e agli altri. Bisognerà scommettere su un’alleanza pubblico-privato, mercato e solidarietà, in modo da essere capaci di fornire una risposta globale ai diversi bisogni della persona. Per realizzare un modello sociale sostenibile e garantire risorse adeguate, diventa pertanto obbligatorio aumentare la base dei contribuenti, in altre parole portare a termine il progetto della riforma Biagi attraverso la regolarizzazione dei contratti di lavoro. In tal modo gli obiettivi fissati dall’agenda di Lisbona non dovrebbero sfuggire, permettendo così una notevole riduzione del carico fiscale sul lavoro e sui cittadini. Allo stesso tempo il Governo propone di aumentare l’età pensionabile per permettere la sostenibilità del sistema pensionistico pubblico. Questa scelta, seppure non condivisa da qualche autore , può contribuire ad avere maggiori servizi di protezione sociale, e tuttavia non risulta sufficiente se non accompagnata da politiche tese alla produzione ed alla crescita occupazionale. Tale progetto sarà possibile solo se funzionerà un buon sistema di relazioni industriali, dove decisivo sarà il contributo delle parti sociali e sindacali, le quali con i loro comportamento potranno determinare una efficace politica per la competitività e lo sviluppo in un contesto socialmente sostenibile. Per concludere il documento elaborato dal Ministro Sacconi presenta buoni propositi, che supera gli steccati delle diverse ideologie politiche. A tal proposito va ricordato che il Parlamento, nonostante i governi di differente estrazione politica, negli ultimi quindici anni ha sempre rispettato i principi stabiliti dalla legislazione europea. Le politiche del lavoro dell’Unione Europea hanno indirizzato prima il Pacchetto Treu (1997), poi la Riforma Biagi (2003) ed i vari Decreti intermedi e successivi. Ciò à dimostrazione che le tematiche del lavoro presentate dal legislatore non si sono mai discostate dai principi generali indicati dal Parlamento Europeo, ed all’interno di esse la tutela della salute ha sempre trovato ampio spazio. Pertanto ottima è la salute dei cittadini e maggiore è la possibilità per essi di trovare un’occupazione soddisfacente, con la conseguenza di creare sviluppo economico. Infine, una efficace prevenzione delle malattie può contribuire a ridurre in futuro la spesa sanitaria e nel contempo favorire il Governo ad investire le risorse risparmiate nelle politiche economiche e del lavoro.

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