Postali: Slp-Cisl e Slc-Cgil, anche Poste Italiane si appresta a vivere un autunno caldo in Puglia
Sciopero generale il giorno 12 ottobre quando sfileranno per le vie di Roma migliaia di lavoratori postali per illustrare al Paese il dossier Poste
SLP - Le Segreterie Regionali di Slp-Cisl e Slc-Cgil di Puglia preannunciano azioni di lotta nell’ambito del settore postale, alcune già in atto dal 14 settembre, fino al 13 ottobre 2012, con il rifiuto da parte degli addetti del recapito e del personale degli uffici postali di qualsiasi forma di lavoro aggiuntivo/straordinario e con lo sciopero generale del giorno 12 ottobre che vedrà sfilare per le vie di Roma migliaia di lavoratori postali per illustrare al Paese il dossier Poste.
“Quello che sta accadendo nella più grande azienda di servizi italiana non è più tollerabile – afferma il Segretario generale Slp-Cisl di Puglia, Nicola Oresta – perché un manipolo di pochi uomini, proprio pochi, tiene in ostaggio un’azienda di circa 140.000 lavoratori, disinteressandosi dello stato di salute in cui oggi versa la stessa Azienda e mettendo fortemente a rischio per il prossimo futuro la sua solidità”.
Solo per citare qualche cifra in Puglia, dal raffronto tre 2010 e 2011, si registra un calo dei volumi di traffico della corrispondenza di circa il 10%, un calo della qualità del servizio, la perdita di rapporti commerciali con importanti clienti, e la previsione di tagli consistenti di zone di recapito, che si traduce in perdita di posti di lavoro.
“Hanno iniziato con tagli in cinque regioni – osserva Oresta – Toscana, Piemonte, Emilia, Marche, Basilicata, ma ben presto arriveranno tagli ad oltre 10.000 zone. In Puglia si parla di circa 500, che vanno ad aggiungersi alle 300 zone di recapito già eliminate nel 2010. In sostanza in pochi anni persi oltre 800 posti e oltre 18.000 in Italia, grazie ad una politica miope di una classe dirigente inadeguata, rinunciataria, incapace di reggere le sfide di un mercato sempre più aperto e liberalizzato”.
Secondo i sindacalisti, infatti, nessun prodotto nuovo, nessuna aggressione vera del mercato, nessuna visione alternativa rispetto alla crisi mondiale degli invii postali tradizionali accertata da tempo, a fronte dell’avanzare dell’integrazione tra logistica. A fronte del calo dei volumi, la qualità del servizio è alle pezze.
“Anche sul versante degli Uffici Postali che riguarda i servizi finanziari i problemi non mancano – incalza il Coordinatore regionale della Slc-Cgil, Vito Pascazio – a partire dalla nuova piattaforma informatica di gestione degli stessi uffici postali, individuata con l’acronimo SDP, costata fior di milioni di euro, che ha mostrato sin dagli inizi tutti i sui limiti operativi. I blocchi non si contano più, tante le disfunzioni e criticità, con le relative ricadute che penalizzano solo ed esclusivamente operatori e clientela: ammanchi, disallineamenti contabili, protrazioni orarie nei casi di blocco, scene di panico e atti di legittima intolleranza della clientela, soprattutto nei giorni di pagamento delle pensioni. Le pressioni commerciali, sempre più marcate, la poca chiarezza delle campagne, l’assoluta non trasparenza dei risultati, controlli sempre più stringenti”.
“Denunciamo da tempo, aggiungono Oresta e Pascazio, un sistema di elargizione di meritocratica, ossia di somme di danaro riconosciute ‘ad personam’ in grande autonomia e libertà dal dirigente di turno, che lacera e divide i lavoratori, creando delle discriminazioni salariali che hanno superato il limite della decenza: grazie alla benevolenza del capo, a parità di mansioni e responsabilità, ci sono oggi dipendenti che percepiscono salari doppi, addirittura, in alcuni casi, triplicati rispetto all’impianto ordinario di retribuzione previsto dal contratto collettivo di lavoro. Si possono facilmente intuire le conseguenze devastanti che una simile politica aziendale produce sui posti di lavoro, tesa a dividere e lacerare il fronte dei lavoratori. Il tutto condito con un sistema di impianto sanzionatorio che oramai non risparmia nessuno, soprattutto orientato alla filosofia del colpirne uno per educarne cento. La nota l’esperienza dei licenziamenti dell’ufficio postale di Bari Mongolfiera risulta essere emblematica”.
Eccessiva logica dei tagli e delle dismissioni, secondo i sindacalisti: 1100 uffici periferici, per l’Azienda poco redditizi, da chiudere entro l’anno, altri 650 da rivedere e riorganizzare in termini di orari e aperture. In Puglia se ne chiuderanno circa quaranta, per lo più concentrati sul basso Salento e sul territorio del Gargano. Saranno allertati i Sindaci, la Politica, le Associazioni dei Consumatori, Mass-Media, la collettività tutta.
“E’ oramai giunto il momento di dire basta a questo autentico scempio – concludono Oresta e Pascazio – porremo all’attenzione del Paese il dossier Poste, contro un management ossessionato solo dalla necessità di impoverire mezzi, strutture e impianti, ormai abituato a scandire i tempi del cambiamento, quello degli altri, senza mai occuparsi del proprio. Tutto si taglia in Poste, ad eccezione degli stipendi da favola, alla faccia della spending-review, della politica del rigore che oggi si impone nel Paese. E’ una vergogna! Anche Poste Italiane si prepara a vivere un autunno caldo”.