Ilva: Bonanni, non si cura Taranto se si ferma la produzione
Il leader della Cisl osserva quanto sia inspiegabile il "clamore proprio in questo periodo". Intanto le tute blu della Fim accolgono i ripensamenti "tardivi" della Fiom
CISL PUGLIA - "Bisogna intensificare, bisogna avere più garanzie, e non mettere in contrapposizione produzione e salute non foss´altro perché se Taranto viene privata di quella produzione crolla la stessa Taranto e le vicende di salute e ambiente non saranno curate". Lo ha detto il segretario della Cisl Raffaele Bonanni oggi a margine dell´assemblea generale della Cisl scuola in corso a Chianciano. "Si tratta di smaltire quello che è stato accumulato nell´ultimo quarantennio - ha proseguito Bonanni - non basta l´operazione che si fa, non vedo io un curarsi di Taranto per decogestionare quel che si è accumulato in 40 anni se la produzione si ferma". Secondo il segretario della Cisl "l´azienda sta facendo più cose oggi che 5 anni fa. Le istituzioni centrali e locali stanno facendo molte cose in più rispetto agli ultimi 40 anni". "Voglio dire - ha precisato Bonanni - che è inspiegabile come mai si è prodotto tutto questo clamore proprio in questo periodo". Bonanni ha poi osservato che a Taranto non c´ è solo il problema Ilva. "C´é di più: c´é l´arsenale da un secolo e più che ha depositato molti altri materiali inquinanti. Siamo obbligati a produrre per mantenere l´economia tarantina e attraverso questo avere un´attenzione sia per l´Ilva sia per i depositi dell´arsenale".
Intanto, a Taranto, una nota dei metalmeccanici della Cisl rileva l’apertura della Cgil al dialogo. “Seppur tardivo, apprezziamo il cambio di rotta della Fiom che oggi, per la prima volta ha chiesto di riaprire il dialogo con Fim e Uilm sulla vertenza ILVA” – osserva Marco Bentivogli – da tempo la Fim Cisl ha chiesto che si trovi un terreno d’iniziative comuni, a cui, tuttavia, la Fiom dal due agosto ha deciso di sottrarsi. Riteniamo che ciò debba avvenire senza ambiguità e furbizie, perché non è più sufficiente restare ai soli slogan dei tre obiettivi: ambiente, salute e lavoro. Bisogna che la Fiom dica chiaramente – cosa che non ha fatto nel corso delle assemblee e dei vari talk show televisivi - se la produzione deve cessare totalmente, come chiede il Gip, o che vada ridotta e resa compatibile con le bonifiche e la riqualificazione industriale come sostiene la Fim Cisl da sempre. E’ chiaro altresì che non condivideremo rinvii o soluzioni parziali da parte dell’Ilva che deve attenersi scrupolosamente e in tempi celeri alle indicazioni dell’Aia e della magistratura”.