Cgil, Cisl e Uil alla Regione: un piano straordinario per il lavoro
CISL PUGLIA - “Stiamo tentando di dare una grande spinta attraverso l´utilizzo degli ammortizzatori sociali che sia intelligente e rivolto alle esigenze dei lavoratori, ma anche alle necessità delle imprese che devono mantenere i livelli di produzione". E’ il Segretario generale della Cisl di Puglia, Giulio Colecchia, a tracciare il bilancio sulle azioni messe in campo dalla Regione Puglia, su proposta delle parti sociali, durante l’incontro con la stampa delle tre sigle sindacali. "Bisogna uscire dalla crisi non solo con investimenti – aggiunge – ma con la capacità complessiva di mettersi in gioco effettivamente come Regione, come territorio, come sistema produttivo". La conferenza stampa è stata occasione per sancire la necessità di un piano occupazionale straordinario richiesto da Cgil Cisl e Uil alla Regione Puglia. “Un piano occupazionale straordinario - hanno chiesto i Segretari generali Gianni Forte, Giulio Colecchia e Aldo Pugliese – che guardi alla parte più debole del mondo del lavoro, per esempio ai lavoratori in mobilità e a quelli che hanno superato i 40 anni di età; oppure ai giovani e ai disoccupati" e che preveda l´impegno della Regione a impiegare "politiche attive del lavoro, con la leva della formazione e uno sforzo straordinario di risorse". Per Colecchia, "in Puglia i settori sono un po´ tutti in crisi, in particolare il tessile, il calzaturiero e la meccanica; abbiamo una situazione di grande difficoltà anche nell´edilizia che non riparte: è un periodo davvero difficile. C´é una fase addirittura di calo nell´utilizzo della cassa integrazione - rileva Colecchia - questo può apparire confortante ma sostanzialmente sono fasi cicliche dell´economia perché registriamo che dalle difficoltà il sistema produttivo ancora non ne viene fuori. Credo - ha detto - che la Regione Puglia sta mettendo in campo tutte le energie necessarie ma bisogna andare oltre l´ordinaria amministrazione, non solo usando fondi straordinari ma mettendo in campo una diversa maniera di cooperare". "Ci sono dei ritardi - ha concluso - che vengono da alcuni settori della amministrazione regionale e altri che vengono da un sistema di imprese che ancora difficilmente riesce a fare rete".